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Categoria: Giugno 2021
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Numero 213, pag 1-2 - Giugno 2021

Nel corso degli ultimi mesi, le Organizzazioni Sindacali, hanno richiesto a gran voce maggiori risorse per il Contratto Nazionale del Comparto Istruzione e Ricerca, quello vigente è di prossima scadenza ma, a quanto pare, il ministro è più preoccupato di investire sul Piano Estate che non sulla retribuzione dei docenti, un po’ come ha preferito fare l’Azzolina con i banchi a rotelle anziché puntare sugli aspetti sostanziali per fronteggiare la pandemia.

Essendo il contratto triennale, scadrà a dicembre 2021, ma se le risorse verranno stanziate alla fine di quest’anno, ricadranno sul prossimo contratto ed avremo perso quindi un’intera tornata contrattuale per colpevole inerzia dell’amministrazione. E’ doveroso specificare che al momento il Governo non ha ancora emanato l’atto di indirizzo, procedura preliminare all’avvio della contrattazione vera e propria, quindi a tutt’oggi le risorse, sia pur esigue, sono soltanto un enunciato. Dunque gli stanziamenti davvero miseri, sono ben lontani dalle tre cifre paventate ancora dal governo Conte e si aggirano intorno ai 40 – 50 Euro netti pro-capite.

Giusto per inasprire gli animi, il decreto sostegni bis, in merito al contratto, introduce figure di “middle management”, ovvero intende trovare e destinare risorse per la valorizzazione economica dello staff del dirigente idea su cui la Gilda degli Insegnanti non concorda assolutamente in quanto delinea una tendenza non condivisibile ad istituire una gerarchia interna al corpo docente, tendenza da sempre avversata così come la politica di costruire, con i soldi di tutti, la carriera di pochi. L’obiettivo perseguito dalla nostra Organizzazione sindacale è invece quello di aumentare gli stipendi tabellari di tutti gli insegnanti che, in questi anni, anziché crescere sono diminuiti perdendo potere d’acquisto. Tra l’altro i dipendenti della scuola risultano essere il fanalino di coda del pubblico impiego.

Il ministro Bianchi ha inoltre proposto di aumentare le retribuzioni dei dirigenti, come se attualmente fossero inadeguate. In realtà i dati dell’OCSE ci rivelano che, mentre gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi d’Europa, quelli dei dirigenti risultano in proporzione fra i più alti.

La Gilda chiama la categoria a prepararsi per una battaglia per una retribuzione dignitosa e auspica si apra anche la contrattazione sulla parte normativa la quale richiede una riscrittura chiara delle norme che ponga fine ai continui estenuanti contenziosi con i dirigenti per dirimere dubbi interpretativi e chiedere il rispetto delle norme.

Sulla parte normativa del contratto incombe anche la questione legata alla disciplina della DAD, che ci auguriamo invece di non dover affrontare confidando di essere alla fine di questo difficile periodo pandemico. In ogni caso, dopo gli evidenti esiti disastrosi ci batteremo affinchè la DAD non diventi attività ordinaria finalizzata ad inseguire le esigenze dei singoli alunni.

Michela Gallina