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Categoria: Giugno 2021
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Numero 213, pag 1 - Giugno 2021

Un’occasione mancata

Il 26 maggio scorso è stato pubblicato il Decreto Sostegni Bis, DL n. 73/2021, che, contrariamente alle aspettative, non ha risolto il problema degli organici, ovvero, nonostante la situazione di pandemia il numero di alunni per classe non è stato ridotto e consiste in 31 unità massime per la scuola secondaria di secondo grado e 27 per il primo ciclo.

Per poter lavorare in sicurezza avremmo bisogno di maggiori spazi per le nostre aule e/o di maggior personale per dimezzare le classi. Questa richiesta fondamentale, più volte ribadita, non è stata minimamente soddisfatta, la pubblicazione della circolare annuale sugli organici ne è stata la conferma che è risuonata come uno sfregio. Quindi non ci rimane che sperare sull’efficacia della campagna vaccinale, se la ripresa a settembre risulterà possibile non sarà dunque per merito della politica del governo sulla scuola, ma grazie ai vaccini.

Ci teniamo a precisare che queste norme derivano dall’alto, non sono i sindacati a stabilirle, alle organizzazioni è consentito protestare, “sindacare”, presentare emendamenti che però il ministero può recepire o meno. Il Decreto Legge Sostegni Bis è andato purtroppo nella tradizione avviata a suo tempo da Brunetta e proseguita con Renzi attraverso la Buona Scuola di intromettersi con incursioni sulle materie oggetto di contrattazione, anche intervenendo sulla mobilità: introducendo il blocco quinquennale per i neo-assunti ora diventato triennale, ma comunque un blocco che crea gravi disagi nelle gestioni familiari degli insegnanti.

Tra gli emendamenti richiesti dalla nostra Organizzazione sindacale vi era appunto:

Come già detto, il decreto sostegni non solo non ha rispettato gli accordi presi ma ha compiuto delle invasioni di campo sulle materie strettamente contrattuali, imponendo delle ulteriori attività di recupero per il mese di settembre non previste dal contratto (quindi in parole semplici prescrivendo del lavoro gratuito), ha stabilito 25 ore di formazione su sostegno obbligatoria per gli insegnanti che si trovano ad avere in classe alunni disabili, mossa che, oltre a creare una discriminazione di carico di lavoro a parità di trattamento economico tra docenti, aggiunge un obbligo non previsto nel contratto.

Sono atteggiamenti che sembrano rafforzare il luogo comune in base al quale i docenti non lavorano abbastanza, di conseguenza sia legittimo aumentare il loro carico di lavoro anche gratuito. Sulla categoria dei docenti, nel corso degli anni, abbiamo visto abbattersi il peso di stereotipi alimentati soprattutto dall’atteggiamento pregiudizievole dei politici e delle riforme mortificanti per la categoria attraverso l’attribuzione di una serie di caratteristiche che hanno poi influenzato negativamente l’opinione pubblica creando discredito: docenti fannulloni, assenteisti, con lavoro a part time e quattro mesi di ferie l’anno. 

Ora l’inasprimento delle condizioni economiche generali, dovute alla pandemia, non può che alimentare sentimenti di rivalsa da parte di chi ha perso il lavoro e guarda agli statali come a dei privilegiati, quindi difficilmente potremo trovare solidarietà presso la mentalità comune.

Il decreto sostegni non interviene efficacemente nemmeno per quel che riguarda la risoluzione del problema del precariato in quanto si è limitato a stabilire che verranno immessi in ruolo solo i docenti rimasti nelle GAE e nelle GM dei concorsi.

Rino Di Meglio e Michela Gallina