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Categoria: Giugno 2023
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Numero 216 - Giugno 2023

La pandemia di Covid- 19 e le misure di distanziamento sociale hanno reso necessaria, nei periodi di chiusura forzata totale o parziale delle scuole, l'adozione di modalità di insegnamento- apprendimento a distanza accelerando l'implementazione di soluzioni digitali nell'istruzione, sia per la comunicazione tra insegnanti e studenti che per la produzione e la consegna dei materiali didattici.

 

Si è dovuto ricorrere all’utilizzo di piattaforme di videoconferenza, per le lezioni in tempo reale, mentre i contenuti didattici venivano condivisi attraverso piattaforme di apprendimento online o mediante l'invio di materiale via e-mail. Gli insegnanti hanno dovuto imparare a utilizzare queste nuove tecnologie e adattare i propri metodi di insegnamento.

L’ accelerazione nel processo di digitalizzazione ha evidenziato le disuguaglianze nell'accesso alla tecnologia e alla connessione Internet tra gli studenti italiani. Non tutti gli studenti disponevano di apparecchiature adeguate o di una connessione Internet affidabile nelle proprie abitazioni. Per affrontare questa sfida, sono state introdotte misure per fornire dispositivi e connessioni Internet agli studenti svantaggiati, al fine di garantire l'accesso all'istruzione a distanza per tutti.

Da questa situazione è risultato oltremodo evidente come il problema delle basse competenze digitali si estenda purtroppo a una larga parte della popolazione italiana.

In tal senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021 ha previsto importanti misure di consolidamento e sviluppo delle tematiche digitali suddivise in riforme normative ed investimenti economici. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno attivato il programma “Scuola digitale 2022-2026”, volto a sostenere un percorso di innovazione delle Istituzioni scolastiche al fine di renderle più digitali, moderne, accessibili ed efficienti.

 

Sono Azioni che rientrano nel quadro del PNRR che non sono però coordinate dall’Unità di Missione presso il MIM : interessano tutta la PA e di conseguenza anche le scuole. Sono seguite a livello nazionale dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.  Il Programma «Scuola digitale 2022-2026», è composto da quattro interventi di cui due, vedono le scuole come beneficiari diretti:

1.Migrazione al cloud: finalizzata a realizzare la migrazione dei servizi/applicazioni delle Istituzioni scolastiche verso infrastrutture e soluzioni cloud qualificate.

2.Siti web: finalizzata a migliorare la fruibilità dei servizi digitali offerti a famiglie, alunni e personale scolastico, migliorando l’accessibilità, la funzionalità e la navigabilità dei siti web, tramite l’adeguamento ad un modello standard.

Ulteriori risorse relative alla digitalizzazione e destinate alla scuola sono la misura “Scuole collegate” che mira ad assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps a circa 9.000 edifici scolastici non ancora coperti da questo servizio (il 20 per cento del totale) a completamento del programma di infrastrutturazione digitale delle scuole.

Altra misura destinata alla scuola è la “Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico” che mira a promuovere lo sviluppo delle competenze digitali del personale scolastico e accelerare la trasformazione dell’organizzazione della scuola e del processo di insegnamento- apprendimento, portandoli in linea con il quadro di riferimento europeo relativo alle competenze digitali di studenti e docenti.

Gli stanziamenti PNRR rappresentano un'opportunità formidabile per l'adeguamento del sistema scolastico italiano alle nuove condizioni formative e didattiche imposte dal superamento di quel “digital divide” che ha caratterizzato fin qui il nostro paese, ma l’arrivo nelle scuole dei fondi per il piano Scuola 4.0 ha inevitabilmente aperto un acceso dibattito sulla condizione generale delle scuole italiane.

Emergono nel dibattito tra gli “addetti ai lavori” le urgenze mai soddisfatte della riduzione del numero di alunni per classe e dei numerosi edifici scolastici inadeguati alle norme di sicurezza e ancora mancanti di connessione a internet, i rischi connessi all’abuso delle tecnologie digitali, gli effetti della tecnologia sulla vita sociale delle persone, il problema della sicurezza dei dati e la necessaria tutela della privacy.

Se ne è parlato nel corso del convegno organizzato dalla Gilda degli insegnanti “Costruire il futuro della scuola. Digitalizzazione, formazione e sburocratizzazione” il 20 aprile scorso a Roma. Il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ospite del convegno, ha ribadito che il digitale è destinato a cambiare ancora tanto le nostre vite ma va “maneggiato con cura”.

Per andare nella giusta direzione e fare in modo che gli investimenti sul digitale rappresentino davvero un’opportunità, non si può prescindere dalla formazione dei docenti che, come ha dichiarato Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale della Gilda, nel corso del convegno, è necessario sia di qualità e retribuita dal momento che attualmente rappresenta un impegno aggiuntivo che si aggiunge alle numerose mansioni amministrative e burocratiche, non riconosciute e non retribuite, affidate ai docenti.

VIVIANA IANNELLI

 

 

CCNL 2019-2021 al rush finale: una sintesi dell’Atto di Indirizzo

Con l’integrazione all’Atto di Indirizzo per il rinnovo del CCNL 2019-2021 di marzo 2023 e lo stanziamento di ulteriori fondi per l’aumento degli stipendi del personale scolastico, è entrata nella fase finale la contrattazione tra il Governo e le rappresentanze sindacali per la definizione del rinnovo contrattuale. Ottenuti gli incrementi stipendiali pattuiti a novembre 2022, ormai in busta paga da alcuni mesi, e definita l’integrazione della parte economica grazie anche alle ulteriori risorse resesi disponibili, ovvero i circa 100 milioni per una una tantum destinata a docenti e ATA e i circa 260 milioni, precedentemente destinati al MOF, che saranno utilizzati per la componente fissa della retribuzione del personale scolastico, si attendono con curiosità le novità normative del prossimo contratto del Comparto Scuola; in tal senso, l’Atto di Indirizzo ha circoscritto alcune aree di intervento ritenute strategiche, ribadite anche dall’Integrazione di marzo 2023: “la riforma degli ordinamenti del personale ATA e di tutti i settori del comparto, la mobilità e la formazione del personale, la valorizzazione dei DSGA, il lavoro a distanza, le relazioni sindacali e la contrattazione di secondo livello”.

L’Atto di Indirizzo dichiara sin da subito l’importanza degli Istituti del diritto sindacale, dunque la centralità della contrattazione nazionale e della contrattazione integrativa, per le quali si prevede una maggiore chiarezza in termini di competenze e di materie oggetto di confronto. Alla contrattazione nazionale, nello specifico, si demanda la definizione di interventi di welfare, dunque provvedimenti di supporto finalizzati al benessere del personale, che saranno declinati soprattutto in ambito di contrattazione integrativa e che potrebbero essere destinati alle famiglie, alle prestazioni sanitarie, alla formazione e alla mobilità sostenibile.

Più complessa, invece, sembrerebbe essere la questione relativa alla formazione, concepita come “diritto” e “dovere” del personale scolastico, funzionale, nelle intenzioni del legislatore, a promuovere competenze e valorizzazione professionale. Per il personale docente, in particolare, si prevede la definizione di un numero minimo di ore obbligatorie di formazione, per le quali, tuttavia, si dovrà trovare la giusta formula in termini di fruizione, dal momento che, pur riconosciute in termini contrattuali come orario di lavoro, tali attività dovranno essere svolte fuori dall’orario di lezione. Si prevede, invece, un’ “adeguata valorizzazione” delle funzioni di sostegno all’autonomia scolastica, dunque degli insegnanti che supportano l’attività collegiale a vario titolo.

Ai docenti, inoltre, non sarà più concessa la didattica a distanza, se non nelle modalità eventualmente stabilite da leggi ordinarie dello Stato o delle Regioni – dunque, in situazioni di emergenza. Saranno, piuttosto, disciplinati tutti gli aspetti relativi all’uso dei dispositivi multimediali, con particolare attenzione al tema della salute e della sicurezza, del tempo di lavoro, della disconnessione. Per gli ATA, al contrario, saranno previste modalità di lavoro da remoto e di lavoro agile (smart-working), chiaramente tenendo conto della cornice legislativa già stabilita con le Linee guida sul lavoro agile di dicembre 2021. Naturalmente, saranno normate le condizioni generali del telelavoro, mentre gli aspetti organizzativi saranno di competenza delle singole Istituzioni scolastiche.

Per quanto riguarda il settore ATA, un altro nodo di non semplice definizione sembrerebbe essere la revisione dell’ordinamento professionale, finalizzata alla gestione di nuove esigenze legate all’autonomia delle singole scuole. È uno dei principali nodi su cui la contrattazione si è arenata nel corso degli ultimi mesi, così come di difficile soluzione sembrano essere il tema della formazione e la materia disciplinare.

                                                                                                                                              Giampaolo Canetti