Numero 217 - Ottobre 2023

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riguarda l’insieme di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026 e si inserisce all'interno del programma Next Generation EU, l’insieme di 750 miliardi di euro concordato dall'Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.

Questi finanziamenti sono stati destinati anche per l’infanzia. Il Piano non deve essere concepito come un insieme di progetti, ma come misure coordinate con gli investimenti previsti dalla nuova programmazione europea e dalle risorse nazionali. Per questo motivo sarà necessario un impegno a tutti i livelli istituzionali, che definisca le priorità di intervento e gli obiettivi da raggiungere, a partire dai territori più svantaggiati. I dati dimostrano che sono necessari investimenti organici e politiche a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. 
Il Piano d'investimento mira a garantire un aumento e un miglioramento dell'offerta educativa per la fascia d'età 0-6, intervenendo sui servizi per la prima infanzia, consapevoli dell’importanza dell’investimento in questa fascia d’età per il contrasto alle diseguaglianze nelle opportunità educative tra i bambini, per una maggiore parità di genere e una maggiore condivisone dei carichi di cura familiari. Una rete diffusa di nidi e servizi alla prima infanzia, è una politica vincente da tutti i punti di vista. Il PNRR prevede il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, a cui sono destinati 300 milioni di euro e 700 milioni di euro per la creazione di impianti sportivi e parchi attrezzati, il PNRR prevede investimenti anche sull’edilizia scolastica. L’intervento di potenziamento infrastrutturale di asili nido e scuole dell’infanzia costituisce una delle misure bandiera del PNRR. Attualmente gli asili nido (pubblici e privati) coprono circa il 27% dei bambini in età ma con forti disparità territoriali tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli comuni. Investire sulla fascia 0-6 significa dare la possibilità alla famiglie di poter lavorare pur avendo un bambino, di evitare che le donne debbano licenziarsi per crescere i propri figli, significa offrire alla nostra società servizi essenziali per abbassare il divario di diseguaglianze esistenti. Aver colto l’importanza dell’infanzia per il futuro della nostra società comporta da parte dei nostri governanti un ripensamento in meglio anche del personale che lavora con questa fascia di età così importante e delicata (educatori, docenti e personale ausiliario), proponendo politiche assunzioni tali da garantire l’efficienza del servizio. Per questo tutti i comuni sono investiti da una grande impegno per il futuro creare progetti validi e dare possibilità di accedere a questi servizi a tutti, dopo tutto la scuola per l’Italia di domani si chiama “Futura” e parte dai più piccoli.

Lia Massa