Numero 217 - Ottobre 2023

Negli ultimi anni assistiamo alla procedura di nomina dei docenti con l’utilizzo di un sistema informatizzato che dà la possibilità a questi ultimi di presentare istanza e di scegliere 150 preferenze dove poter ottenere un eventuale incarico a tempo determinato.

L’algoritmo posto alla base del sistema procede all'assegnazione della supplenza rispettando l'ordine indicato dall'aspirante in merito a posti e classi di concorso in base alle preferenze, sulla base del punteggio e della posizione in graduatoria.

Il sistema informativo, infatti, nello scorrimento della graduatoria, salvi i diritti di riserva e precedenza, arrivato alla posizione del candidato “X”, se non riscontra fra le preferenze espresse da quel candidato i posti lasciati liberi da coloro che lo precedono per punteggio, preferenza, riserva o precedenza, automaticamente e inderogabilmente considera il candidato “X” rinunciatario per quella classe di concorso e questi non potrà più ricevere una nomina da GPS per quella specifica classe di concorso per l’intero anno scolastico ai sensi e per gli effetti dell’art. 12, comma 4, dell’O.M. n. 112/2022.

Anche quest’anno la procedura automatizzata on line utilizzata dal ministero ha prodotto “migliaia di errori nell’assegnazione delle cattedre poiché l’algoritmo, come era accaduto nel 2022, non ha tenuto in considerazione alcuni parametri, con il risultato che molte cattedre sono state assegnate a chi aveva un punteggio inferiore rispetto ai colleghi. Il sistema infatti, nei turni di nomina successivi al primo bollettino riparte con l’assegnazione delle supplenze dall’ultima posizione in graduatoria rispetto al primo turno e considera rinunciatari coloro che potrebbero ottenere la nomina sulla base delle nuove disponibilità. Una palese violazione dei diritti dei docenti che sono utilmente collocati in graduatoria con un punteggio superiore.

È un metodo di reclutamento che mostra ancora diversi limiti in merito ad una procedura così complessa che non può essere affidata esclusivamente ad un algoritmo.

Alla luce dei tantissimi contenziosi nati dagli evidenti errori, le organizzazioni sindacali hanno ripetutamente segnalato i malfunzionamenti e proposto soluzioni ma anche per quest’anno scolastico, il ministero non ha provveduto alla programmazione dell’algoritmo in modo diverso, perpetuando nell’errore a discapito dei tanti precari della scuola e intaccando anche il principio di meritocrazia nell’assegnazione di cattedre a docenti con meno punteggio rispetto ad altri colleghi con punteggio superiore e una maggior professionalità.

Si è consacrato un sistema che danneggia la scuola nel suo complesso, in balia del caso. Bisogna soffermarsi allora a riflettere sul fatto che l’attuale Ministero dell’Istruzione e del Merito così ribattezzato in realtà non tiene conto proprio del merito nello scegliere i suoi docenti agganciati potremmo dire dalla sorte o solo da tanta fortuna.

Lia Massa