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Redazione

Segreteria Nazionale

 

 

 SETTEMBRE 2006


Che delusione!

L’A.S. 2006/07 è raffigurato dal ministero come un ponte che dovrebbe portare la scuola italiana su nuovi lidi, ma si sta configurando un guado melmoso che risucchia di sicuro l’aspettativa, la speranza e la fiducia degli operatori.

Il 31 agosto il Ministero della Pubblica Istruzione ha diramato 3 documenti con indicazioni per l’avvio dell’anno scolastico. Nella nota prot. n. 7265/FR si legge che gli anticipi alla scuola dell’infanzia non sono realizzabili perché non esistono le nuove figure professionali e non sono state definite le nuove modalità organizzative.

Tutto bene. Già la trattativa sull’art. 43 siglata il 17 luglio 2006 aveva sancito, per i suddetti motivi, l’impossibilità di praticare gli anticipi.

Noi abbiamo esultato.

Ci siamo battuti strenuamente contro l’inserimento degli anticipatari in difesa di una scuola dell’infanzia che non deve e non vuole diventare un baby-parking e in difesa anche dei poveri bambini gettati sconsideratamente in realtà completamente inidonee.

Purtroppo una voce si è insinuata nei corridoi del potere e in modo sommesso si è parlato di una direttiva del Vice Ministro Bastico che restituiva ai poveri bambini la possibilità di iniziare a due anni e 7 mesi la carriera scolastica, pur in sezioni numerose e senza la presenza di personale specializzato.

La nota è emersa dal mondo informatico dei direttori regionali il giorno 11 settembre, ma è datata 31 agosto 2006; contemporaneamente, quindi, il gabinetto del ministro scriveva che gli anticipi non erano possibili ed il vice ministro ne concedeva l’attuazione.

Complimenti!

La nota, ripercorrendo la recente normativa che ha dato vita all’istituto degli anticipi, conclude sostenendo che gli anticipatari possono frequentare laddove esista un accordo con gli enti locali che garantisca determinati requisiti quali: disponibilità di strutture, di dotazioni, di risorse professionali, di modalità organizzative, di posti una volta azzerate le liste di attesa.

Non mi ci raccapezzo!!

Se un accordo siglato tra Ministero e sindacati sancisce che NON ESISTONO LE NUOVE PROFESSIONALITA’ E NON CI SONO LE NUOVE MODALITA’ ORGANIZZATIVE, mi spiega il Vice Ministro dove mai i comuni andrebbero a pescarle?

Dimenticavo: nella nota si dice che le avvenute iscrizioni “pur non configurando titolarità di veri e propri diritti soggettivi, concretizzano legittime aspettative, peraltro assai avvertite, per ragioni di carattere sociale ed educativo”.

Ancora una volte i bambini devono soccombere alle “aspettative” di una società che non sa prendersi cura di loro in maniera adeguata.

Dunque il diritto sancito per legge non è necessario, è sufficiente l’aspettativa ed è fondamentale che non venga delusa.

Che delusione!

Chiara Moimas

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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