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Redazione

Segreteria Nazionale

GIUGNO 2008


CHE VENTO SOFFIA?

Momento incerto questo per i sindacati, è cambiato il vento. Il potere delle grandi organizzazioni sindacali, prima indiscusso, ora vacilla e questo è il frutto di un’inversione di tendenza in atto già da un po’ di tempo e che sta raggiungendo i livelli di guardia. Si tratta in realtà di un processo di crisi che coinvolge tutte le istituzioni e che non risparmia nemmeno il sindacato.

Tale processo ha avuto un crescendo di segnali: l'estate scorsa, l'Espresso pubblicava un inserto dal titolo “L'altra casta” ad opera di Livadiotti, una risposta alla pubblicazione del libro di Stella e Rizzo “La casta” e recentemente, attraverso le vicende legate al destino della compagnia aerea Alitalia, le scelte operate dai sindacati sono state il pretesto per riportare il tema all'attenzione. L’inserto di Livadiotti è diventato un libro (un testo di accusa e di attacchi feroci nei confronti dei misfatti dei sindacati intoccabili, dei loro privilegi e meccanismi di potere) che, guarda caso, è comparso nelle librerie a pochi giorni di distanza dal fallimento della trattativa con Air-France. L’opinione pubblica sta subendo un bombardamento continuo di editoriali, alcune testate nazionali quotidianamente pubblicano articoli polemici nei confronti della politica sindacale. Il fatto che le potenti e tuonanti organizzazioni tradizionali non abbiano reagito è un segnale di debolezza, in altri momenti sarebbero scese in piazza, si sarebbero mobilitate, invece il primo maggio hanno parlato della necessità di rinnovarsi, un’ammissione di colpa e di debolezza dunque. Stanno emergendo una serie di verità tenute prima nascoste, verità che noi abbiamo da sempre denunciato e sono le stesse ragioni per cui siamo nati, non per essere un ulteriore sindacato che andava ad aggiungersi a quelli già esistenti, bensì per essere un'organizzazione alternativa. Rappresentare una voce fuori dal coro ha avuto ed ha dei costi altissimi per chi lavora nella nostra associazione, costi che gli operatori e responsabili pagano quotidianamente: dall’ostracismo, alla censura sulla stampa locale e nazionale, ai tentativi di boicottaggio a quelli di esclusione dalle contrattazioni e così via.

Le situazioni di crisi però contengono in sé anche grandi potenzialità e possono avere almeno due tipi di esiti: da una parte esiste il rischio di venire travolti dall’ondata di discredito, sfiducia, disaffezione e quindi soffrire di riflesso di un calo di popolarità, rappresentatività e credibilità; dall’altra c’è la possibilità di riscatto nel momento in cui un’associazione riesce a distinguersi e a dire ed offrire qualcosa di nuovo.

Il linguaggio dello sbarramento, dell’opposizione ad oltranza e per presa di posizione è ormai obsoleto, ha fatto il suo tempo ed è mal visto dall’opinione pubblica in generale, un linguaggio espressione di un’inerzia ottusa che non ha trovato il modo di rinnovarsi e stare al passo con i tempi, che è andata appesantendosi di luoghi comuni e cliché.

Il nuovo linguaggio deve essere propositivo, non può più accontentarsi di bocciare e basta.

In questa situazione di crisi dei sindacati ci auguriamo di riuscire a trovare i giusti canali per trasmettere e ricordare ai colleghi che apparteniamo ad uno status diverso ed alternativo.

Lo zoccolo duro di diffidenza verso le organizzazioni sindacali, peraltro giustificato e supportato dai fatti, può essere superato nel momento in cui i colleghi colgono, nella nostra struttura, disponibilità e vicinanza in quanto il sindacato è composto da insegnanti che condividono le stesse problematiche e le hanno comunque vissute.

Un sindacato dunque sempre e per sua stessa natura dalla parte dei docenti.

Affinchè la crescita possa continuare, è necessario che tutti i nostri iscritti sentano la responsabilità di sensibilizzare i colleghi sull’esistenza di un sindacato, che è anche un luogo dove le persone si incontrano per cercare, da protagonisti, delle soluzioni ai problemi, per confrontarsi, per discutere in merito alle questioni scolastiche.

La stessa firma del contratto (economico biennale prima e quella dell'intero contratto nazionale successiva) ha consentito alla nostra organizzazione sindacale di poter essere molto più protagonista nella scena della vita scolastica, è stato l’esempio di come si possa ingoiare anche qualche boccone indigesto, accettare qualche compromesso (non si può certo dire che l’ultimo contratto fosse un grande risultato), in cambio di poter essere presenti nelle situazioni che contano e che segnano il destino della professione sia livello nazionale che locale. Presenti alle contrattazioni d'istituto e alle contrattazioni regionali e nazionali. Ciò ha consentito di essere di supporto alle nostre RSU e di intervenire dove non avevamo RSU, nominare terminali associativi con delega alla contrattazione, risolvere delle situazioni talvolta pesanti. A livello centrale nazionale, l’apposizione della firma consente di partecipare alle contrattazioni integrative successive all'approvazione del contratto e, considerata la delicatezza dei temi che si andranno a discutere, non è un aspetto di poco conto. Rimangono infatti sul tavolo argomenti quali la carriera, la formazione e, sulla base del programma presentato dello schieramento che ha vinto le elezioni, saremo chiamati a pronunciarci in merito a temi altrettanto scottanti quali la meritocrazia e l'assunzione diretta ossia l'assunzione degli insegnanti da parte dei dirigenti. In questo momento in particolare dunque è bene esserci ed esserci da protagonisti di decisioni che possono condizionare pesantemente il futuro e la qualità della nostra professione. 

Michela Gallina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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