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Redazione

Segreteria Nazionale

 

 

  MAGGIO 2006


Contrattazioni tardive

Qualcuno ha voluto la scuola azienda, efficiente e competitiva; che agisse sul territorio proponendo programmi accattivanti per l’utenza, che fosse aperta, interagente, disponibile.
Per realizzare questa scuola servono risorse umane ed economiche.
Si è dato vita alla scuola dell’autonomia che compie scelte, progetta e gestisce il fondo d’Istituto per portare a termine il programma.
I docenti, come sempre, non hanno lesinato collaborazione ed impegno, come sempre hanno messo a disposizione professionalità e conoscenze, come sempre si sono dimostrati capaci di autocritica e disponibili ad affrontare approfondimenti e formazione.
I docenti hanno programmato attività didattiche, hanno accettato impegni, anche onerosi, mirati alla realizzazione di attività progettuali o rivolti all’espletamento di particolari mansioni (funzioni strumentali), hanno accettato attività di collaborazione con il dirigente: per queste attività che esulano dagli impegni di lavoro obbligatori previsti dal contratto, i docenti dovrebbero essere pagati. Ma quanto?
Ecco che l’efficienza voluta ed auspicata nei confronti dell’utenza si scontra con un farraginoso sistema di trattative, anche queste volute da qualcuno.
Nella pratica succede che un docente accetta un incarico …..a scatola chiusa…..cioè non saprà quanto sarà pagato per il lavoro che svolgerà finché non verrà conclusa la trattativa tra il dirigente, la RSU dell’istituto e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL.
Non troppo male se la trattativa avvenisse in settembre (così come dovrebbe) e ci fosse per il docente la possibilità di valutare l’accettazione dell’incarico anche alla luce del riscontro economico.
Dobbiamo prendere atto che in aprile riceviamo, da parte di dirigenti scolastici, convocazioni di RSU per la stipula del contratto d’istituto; questo sta a significare che i docenti ancora non sanno quanto saranno pagati per gli impegni assunti.
Gli insegnanti non sono necessariamente figure professionali dedite incondizionatamente ad una missione, così come l’immaginario collettivo le idealizza e come anche i nostri legislatori dimostrano di considerare; sono lavoratori che hanno il diritto di conoscere i loro impegni e la remunerazione degli stessi, questo è logico e contrattualmente corretto.
Simili situazioni non credo esistano in altri ambienti di lavoro.
Il Sam-Gilda non condivide la pratica delle contrattazioni d’Istituto e spera, almeno, che trovi applicazione la sentenza della Corte Costituzionale che sancisce la necessità di contrattazione separata tra personale docente e personale ata, ma le RSU d’istituto sono, al momento, un dato di fatto e da loro dipende parte della nostra remunerazione (nel fondo d’istituto confluiscono stanziamenti previsti per il nostro contratto).
E’ necessario che le contrattazioni si concludano in settembre, prima dell’avvio delle lezioni; in caso contrario è opportuna molta cautela prima di accettare incarichi. Un rifiuto collettivo in assenza di garanzie è un ottimo deterrente.


Chiara Moimas
 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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