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APRILE 2007 Cronaca di una morte annunciata Noi del S.A.M.- GILDA degli INSEGNANTI non abbiamo mai apprezzato il fondo d’istituto, ci è sembrato, da subito, uno strumento atto a svilire la professione docente. In esso abbiamo riscontrato la palese volontà di incentivare il fare altro dall’insegnare, come se il ruolo di docente non fosse abbastanza, come se non fosse necessario ed urgente incentivare proprio quel ruolo per dare alla scuola e all’insegnante quella autorevolezza che adesso tutti vanno disperatamente cercando. La legge finanziaria 2007 ha portato dei cambiamenti nella erogazione dei fondi alle istituzioni scolastiche: sono previsti 2 soli capitoli di spesa e all’interno di questi non sussistono vincoli per la destinazione delle risorse. Nello specifico alle scuole sarà erogato un Fondo per le competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche, con esclusione delle spese per stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato come da Tabella 1 allegata al D.M. n. 21/07 ed un Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche come da Tabella 2 allegata al D.M. n. 21/07. Una nota ministeriale del 24/01/07, che offre una sintesi illustrativa della legge finanziaria per quanto riguarda le disposizioni concernenti il settore dell’istruzione, precisa che nel primo fondo affluiscono le risorse per: - supplenze brevi; - compensi e indennità per il miglioramento dell’offerta formativa; - spese per gli esami di stato - spese per la fruizione gratuita della mensa….; - compensi e indennità per gli esami di idoneità….; - oneri sociali a carico dell’amministrazione……; - somme dovute per l’IRAP…. Dalle Tabelle su menzionate constatiamo (come logico) che i compensi per il miglioramento dell’offerta formativa comprendono anche il fondo d’istituto. È malizioso pensare che questo accomunare il fondo alle spese per le supplenze e togliere il vincolo della destinazione è un primo passo verso l’estinzione del fondo stesso? Forse tale estinzione non si verificherà in quest’anno scolastico, essendo già stati sottoscritti i contratti d’istituto, ma….l’esperienza ci induce a credere che in tempi brevi sarà posta ai docenti, soprattutto a quelli della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, la questione della priorità della destinazione dei fondi e soprattutto i medesimi docenti saranno chiamati a decidere sulla possibile risoluzione di un problema che attualmente è uno dei più spinosi nel quotidiano menage dei plessi e cioè la sostituzione dei colleghi assenti. In ogni scuola, quotidianamente, ci sono classi smembrate ed alunni che migrano da un’aula ad un’altra in cerca di ricovero e non c’è POF che tenga! La priorità della programmazione riguarda la coscienza dei docenti, ma non tocca l’amministrazione che deve sempre e solo risparmiare. L’esperienza ci induce a credere che ben presto verranno pronunciate parole quali: “Si potrebbe chiamare un supplente, ma i soldi che rimangono nel calderone del fondo sono quelli del fondo d’istituto…”. E i docenti, stanchi di avere in classe bambini di tutta la scuola, stanchi di interrompere l’attività programmata per fare da tappabuchi, stanchi di fermarsi a scuola due ore in più perché la classe vicina è scoperta, stanchi di scoprire che quelle ore non saranno pagate (per i più svariati motivi), che cosa risponderanno? L’esperienza non ci permette di nutrire speranze sul futuro economico dei docenti e in questo pentolone di risorse senza vincoli intravediamo la possibilità di attingere là dove non si potrebbe (e non si dovrebbe); ci risulta difficile credere che la novità nelle erogazioni abbia solo il fine di facilitare le operazioni di versamento alle scuole. C’è già, comunque, il primo ritardo del pagamento per le supplenze brevi, che dovrebbe – novità anche questa – arrivare direttamente dal Ministero ai singoli Istituti scolastici, senza passare più attraverso gli Uffici Scolastici Regionali: devono aver deciso che centralizzare è meglio che decentrare, evidentemente. E così si vede già il primo intoppo! Forse il fondo d’istituto si avvia ad una parziale estinzione e di questo potremmo gioire, ma non lo facciamo perché nel fondo ci sono soldi che appartengono a noi, in quanto stanziati al momento della contrattazione nazionale. Se dobbiamo elargire soldi NOSTRI, potrebbero almeno chiederci a chi indirizzare la beneficenza … magari potremmo scegliere un’associazione ONLUS, tanto per detrarre nel 730 quanto versato generosamente! Stiamo offrendo da anni una flessibilità organizzativa e didattica che, essendo contrattualmente poco chiaramente definita (nella realtà consiste anche in: divisione di bambini nelle classi, cambiamento di orario, prestazioni aggiuntive non programmate) difficilmente è incentivata; lo facciamo spinte da un senso di responsabilità nei confronti degli alunni e dei colleghi; ma è una responsabilità che non compete a noi (e dovremmo sempre attendere l’ordine scritto del Dirigente Scolastico). Ci ritroviamo già nella situazione di una responsabilità nuova e pesante: quella di contribuire allo stipendio dei supplenti? Le Cassandre (al secolo Giuliana Bagliani e Chiara Moimas )
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