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La Tribuna di Treviso 8.12.2004 Le maestre della Ciardi scrivono un documento a difesa della recita su Cappuccetto Rosso: leghiamo il Natale ad altri temi Scuola
democratica in pericolo Il
direttore: «Non
rispondiamo alle provocazioni po1itiche di
Michela Santi TREVISO.
Le
maestre della scuola elementare Ciardi difendono l'ormai famosa recita di
Natale senza Gesù Bambino. E lo fanno con un
documento
pubblico: una lunga lettera per condannare -
«un caso montato volutamente per agitare la polemica» e per spiegare che in
tutte le scuole del quarto Circolo funzionano le programmazioni che trattano
il Natale nell'arte, nella storia, nella geografia. Nessuna censura dunque.
Ma ieri l'amarezza, inespressa, era soprattutto per la bagarre politica
scaturita. «Non rispondiamo a provocazioni assurde -
risponde una maestra -
l'attacco violento nei nostri confronti è un attacco alla scuola come
istituzione democratica e laica. Forse alcuni politici sono alla ricerca di
facile consenso elettorale». A
tre giorni dalla denuncia espressa da alcuni genitori della scuola, stanchi
di assistere da anni alla recita di Natale dei propri figli senza nessun
riferimento alla nascita di Gesù, il dibattito diventa politico, ed
inasprisce lo scontro. Dopo la petizione pro-Cappuccetto Rosso promossa dai
genitori (120 circa firme raccolte), le insegnanti, accusate dai
rappresentanti leghisti di rinnegare le tradizioni, per non urtare la
sensibilità degli alunni stranieri, che costituiscono il 16% degli alunni
nella scuola, argomentano la loro difesa in modo pacato. E preferiscono non
rispondere alla proposta lanciata dal presidente della Provincia Zaia di
relegarle in un albo come «obiettrici» al presepe. «Sono 30 anni che
insegno in questa scuola ‑ dichiara un'insegnante ‑ da quattro
sono alle Ciardi, mi sento parte dell'istituzione, gli attacchi di cui io e
le mie colleghe siamo state oggetto non dovevano esserci. Se i genitori
vogliono esprimere una critica siamo qui per ascoltarli». La recita di
Natale su Cappuccetto Rosso, andrà in scena comunque alla Ciardi il 23
dicembre, come programmato. Nessuna marcia indietro. Si schiera senza
esitazione dalla parte delle insegnanti anche il dirigente del Quarto
Circolo Francesco De Cristofaro. «La rappresentazione rientra in un
progetto didattico dedicato all'educazione alla pace, definito e applicato
in tutte le scuole del Circolo ‑ spiega ‑ è stato votato dal
Collegio docenti che è sovrano in materia di didattica e quindi presentato
e approvato dai genitori attraverso i rappresentanti di interclasse. La
polemica nasce su una confusione di fondo: la rappresentazione teatrale è
cosa distinta dalla festività del Natale. Sono anni che le recite mettono
in scena i valori del Natale partendo
dai temi più diversi: Pinocchio, Ecolandia, Un mondo di amici. Questo non
vuol dire che si è voluto sostituire il presepe, che si fa in classe o
addirittura, come alle Masaccio, nell'atrio della scuola. Alle Ciardi gli
alunni stanno preparando tanti piccoli presepi in gesso. Le affermazioni di
Zaia e Gentilini? Non meritano risposta. Nella scuola Ciardi si lavora con
serietà accogliendo bambini nomadi, giostrai, immigrati e facendo
programmazione diversificata». Secondo
gli operatori della scuola, dunque, il «caso» che ha sollevato tanto
scandalo non esiste. «Nessuno si è preoccupato di conoscere il contenuto
di questa rappresentazione ‑ scrivono le maestre ‑
l'insegnamento è trasmettere cultura e tradizione. Questo è impegnativo
perché i due termini non sono la stessa cosa e perché oggi viviamo in una
situazione che non differenzia solo gli italiani in laici, laicisti,
religiosi e confessionalisti, ma anche gli stranieri, in fondamentalisti e
moderati, come pure in tolleranti ed intransigenti». |
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