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NOVEMBRE 2006 Docenti inidonei e rischio di licenziamento: un problema ancora aperto
Il 6 settembre 2006 si è aperta all’Aran la trattativa con le Confederazioni rappresentative per la definizione di un CCNQ relativo alla situazione dei docenti dichiarati inidonei in modo permanente allo svolgimento della propria funzione, ai fini della mobilità di cui all’art. 35, comma 5 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. Si tratta della finanziaria relativa al 2003, la quale prevedeva che, se entro 5 anni i docenti inidonei non avessero trovato collocazione in altra amministrazione, sarebbero stati licenziati. Secondo i dati forniti dal ministero della Pubblica Istruzione i docenti in condizione di inidoneità sono attualmente 4787, dato in flessione rispetto al passato. La richiesta di definizione di un Accordo Quadro sulla materia, dovrebbe, secondo il MIUR, consentire la ricollocazione lavorativa di questo personale anche in comparti della Pubblica Amministrazione diversi dalla Scuola. Nessun dato circa eventuali disponibilità di posti o di vuoti di organico in comparti diversi dalla Scuola è stato fornito all’Aran, contestualmente alla lettera di indirizzo per l’apertura delle trattative. In tale occasione la Confederazione Gilda UNAMS ha rimarcato la fragilità della attuale condizione dei docenti inidonei che a causa della legge 289 rischiano il licenziamento al 31 dicembre 2007 e l’urgenza di trovare una soluzione che restituisca serenità e dignità a questo personale. I pronunciamenti del Consiglio di Stato in materia, che inibiscono il licenziamento, non appaiono allo stato una copertura sufficiente rispetto alle legge 289. La CGU ha espresso forti perplessità sulla possibilità di dare soluzione al problema attraverso la mobilità intercompartimentale, strumento inefficace già sperimentato in altri ambiti (soprannumerari, ruoli ad esaurimento ecc.) essendo storicamente sempre molto limitata la portata delle disponibilità (poche decine di unità) a fronte di esigenze e di numeri ben più grandi come nel caso in specie. La CGU ha chiarito come il problema sia innanzitutto di responsabilità politica: la questione può essere risolta con una semplice indicazione all’interno della prossima finanziaria che cancelli gli effetti della legge 289. Ha dunque chiesto al governo una soluzione definitiva alla precarietà di condizione di circa 5000 docenti dando loro certezze rispetto al futuro, con la pura e semplice cancellazione della disposizione di cui alla legge 289 del 2002. L’Aran ha assunto l’impegno di riportare al ministro gli esiti della discussione e di fornire le indicazioni richieste al prossimo incontro di trattativa. Non si capisce, in ragione della semplicità degli strumenti a disposizione del governo, per quale ragione sia stato dato mandato all’Aran di affrontare una lunga trattativa con i sindacati su una materia molto delicata e difficile e non risolvibile con lo strumento della mobilità. A meno che non vi sia l’intento di voler mantenere in vigore la legge 289 con tutti suoi effetti, cosa che, alla luce delle dichiarazione del ministro Fioroni sulla Repubblica del 6 settembre, appare indirettamente confermata. A distanza di due mesi dall’inizio della trattativa, sono arrivati i primi segnali da parte del Governo, parlando a Bologna il 6 novembre, infatti, il Vice-ministro dell’Istruzione Mariangela Bastico ha affermato che il Ministero intende trasferire i docenti dichiarati inidonei per motivi di salute dal ruolo del personale docente a quello del personale amministrativo del Ministero. In sostanza dovrebbero rimanere dove sono, soltanto cambiando formalmente il ruolo.
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