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Redazione

Segreteria Nazionale

 

 

 

Il Congresso Nazionale del S.A.M.-Gilda, riunitosi a Rimini nei giorni 3 e 4 febbraio 2006,

 

-         riconferma, in questo momento di cambiamento  e di vacanza contrattuale, il principio fondamentale  del S.A.M.-GILDA  dell’unicità della funzione docente: a fronte di stesse responsabilità, chiede stesso orario, stesso calendario e stesso stipendio nei diversi ordini di scuola;

 

-         rivendica l’attacco deciso a quegli aspetti della riforma scolastica che concedono una pesante ingerenza delle famiglie, pretendono la compilazione di inutili scartoffie (biografia degli alunni nel portfolio) e individuano ruoli differenziati tra i docenti (figura del tutor): innovazioni che si tenta di introdurre senza alcuna preventiva contrattazione sindacale, pur prevista nell’art. 43 del Contratto Nazionale;

 

-         denuncia i tentativi, da parte di altri sindacati, di escludere la nostra Federazione dalle contrattazioni integrative (regionali e d’istituto), rivelando così il timore di perdere l’esclusività nelle decisioni che riguardano la scuola;

 

-         denuncia l’attacco ingiurioso e diffamatorio dell’E.N.A.M., quale reazione alla richiesta di trasparenza dei bilanci e alla nostra iniziativa giudiziaria per abolire l’obbligatorietà della trattenuta, fatta esclusivamente sugli stipendi degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia;

 

-         auspica  che il nuovo Parlamento eletto esca dalla logica aziendalistica nell’organizzazione della scuola statale italiana, novità introdotta dall’Autonomia scolastica e continuata in tutte le successive riforme. Ne sono derivate confusione e conflittualità, che hanno distolto i docenti dal loro impegno fondamentale verso gli alunni, hanno dirottato sui docenti impegni che spettano ai Dirigenti Scolastici e ad altro personale della scuola, con la scusante del “fondo d’istituto”, ed hanno pericolosamente creato un caporalato all’interno delle singole scuole;

 

-         chiede un’attenzione rispettosa della professionalità dei docenti da parte della società e della classe politica, nella convinzione che la scuola pubblica statale debba essere l’insostituibile fondamento nella costruzione di cittadini liberi e responsabili.

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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