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MARZO 2006
DOGMI
Finalmente se ne stanno accorgendo! Dai
numerosi incontri che la Gilda degli Insegnanti ha promosso prima delle
elezioni, è emerso come i politici comincino a percepire che qualcosa non
funziona nel sistema scolastico italiano, profondamente in crisi e non solo
per le “grandi riforme” sbagliate.
Basti un solo esempio: la riforma degli Organi Collegiali, bloccata ormai da
due legislature, nonostante la costituzione di gruppi misti
maggioranza/opposizione.
La grande difficoltà sarà, nel prossimo futuro, quella di trovare qualcuno
che abbia il coraggio di non curare solo i sintomi, ma la malattia.
Vi sono, a parere di chi scrive, alcuni dogmi che bloccano il sistema:
- l’autonomia è garantita dalla Costituzione, è sacra ed intoccabile;
- la Scuola autonoma deve essere gestita come un’azienda;
- il fondo d’Istituto è necessario alle scuole autonome;
- se la Scuola è un’azienda deve essere governata da un dirigente/manager;
- un’azienda deve essere efficiente e l’efficienza significa sfruttare le
risorse e spendere il minimo;
- se la Scuola è un’azienda, è un luogo di contrattazione tra RSU e datore
di lavoro;
- la Scuola deve garantire il valore legale del titolo di studio, ma
l’autonomia significa che il piano degli studi diventa una torta da spartire
tra Stato, Regioni e Scuola;
- la Scuola deve garantire il “successo formativo”;
- le famiglie e gli studenti hanno il diritto di intervenire sulle scelte
didattiche e devono essere soddisfatti;
E gli insegnanti? In questo contraddittorio guazzabuglio possono anche
cercare di continuare ad insegnare, ma debbono darsi da fare soprattutto per
manddare avanti il cosiddetto “sistema”:
- fare progetti per rendere appetibile la scuola;
- partecipare alle commissioni, occuparsi di sicurezza, droga, orari, gite,
privacy, continuità, animazione, integrazione stranieri, valutazione del
sistema scolastico, ecc.;
- fare le “funzioni strumentali”;
- collaborare con il dirigente per l’organizzazione della scuola;
- fare i sindacalisti nelle RSU;
- elaborare strumenti di valutazione;
- elaborare il POF con annessi e connessi;
- relazionarsi con studenti e famiglie.
Se resta un po’ di tempo si può pure cercare di insegnare qualcosa e
valutare gli apprendimenti senza scontentare nessuno.
Ma vi sembra una cosa seria?
Rino Di Meglio
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