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DICEMBRE 2007 Criteri di entrata e di uscita dai plessi per esubero Nella scuola primaria, essere assegnati ai plessi, o doverne uscire per esubero, è diventato un tormentone perchè non ci sono regole univoche valide per tutto il territorio nazionale. Infatti i criteri per l’assegnazione ai plessi dovrebbero essere decisi nella contrattazione d’istituto. Per lo più questo problema viene risolto, in caso di concorrenza, assegnando i richiedenti sui posti vacanti secondo la graduatoria d’istituto dei perdenti posto, dopo aver dato la precedenza a chi già fa parte dell’organico dell’istituto. Solitamente non viene invece stabilito alcun criterio per l’uscita dal plesso in caso di esubero. Alcuni dirigenti, commettendo un grossolano errore, ritengono vacanti i posti dei docenti che hanno terminato il servizio con le classi quinte, invece, per continuità sul plesso, quei docenti dovrebbero essere assegnati con precedenza alle prime, salvo diversa richiesta degli interessati. Affidare la disciplina dei movimenti interni alla contrattazione d’istituto determina, in ognuna delle oltre diecimila scuole d’Italia, regole diverse, le più fantasiose ed incredibili, a volte anche discrezionali e tarate ad personam, senza alcuna certezza del diritto ed, ovviamente, questo crea un alto grado di conflittualità. Per evitare defatiganti dispute ed avere uniformità di comportamenti, è a livello di contratto nazionale sulla mobilità che bisogna intervenire per fissare i criteri di entrata, e di uscita per esubero, dai plessi. Fatti salvi ovviamente i benefici della legge 104/1992, noi proponiamo i seguenti, desunti da consolidati e condivisi criteri per la mobilità già positivamente sperimentati a livello nazionale che ridarebbero certezza del diritto e serenità alle scuole. Potrebbero intanto anche essere recepiti nelle contrattazioni d’istituto:
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