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MAGGIO 2008 UN NUOVO MINISTRO PER IDEE GIA' SENTITE
Il nuovo Ministro dell’Istruzione, proveniente dallo schieramento politico de “Il Popolo delle libertà” è Mariastella Gelmini. Laureata in Giurisprudenza, avvocato, è nata a Leno (Brescia) il 1° luglio 1973. Si era fatta conoscere da deputato attraverso l’elaborazione di una “Proposta di legge” presentata il 5 febbraio 2008 che ha già fatto e continuerà a far discutere molti: “Delega al Governo per la promozione e l'attuazione del merito nella società, nell'economia e nella Pubblica Amministrazione e l'istituzione della direzione di valutazione e monitoraggio del merito presso l'autorità garante della concorrenza e del mercato”. Leggendo la proposta citata, all'articolo 1 troviamo la definizione di merito: “Ai fini della presente legge, si intende per merito il conseguimento di risultati individuali o collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti nei rispettivi ambiti di attività, tenuto conto dei compiti assegnati e delle capacità possedute”. Gli AMBITI presi successivamente in considerazione sono quello scolastico all’art. 2, la pubblica amministrazione all’art. 3 e il mercato del lavoro all’art. 4. Quello al quale siamo direttamente interessati è dunque l’art. 2: “Delega al Governo per la valorizzazione del merito nel sistema scolastico e universitario” in cui viene caldeggiato il rafforzamento dei poteri organizzativi e disciplinari dei dirigenti scolastici con compiti di gestione amministrativa ed addirittura di reclutamento del corpo docente. Si ritorna quindi a parlare di assunzione diretta, argomento tristemente famoso, di cui abbiamo già dibattuto durante il ministero Moratti. Attraverso ed assieme all'assunzione diretta, viene dato maggiore impulso all’autonomia scolastica, realtà che ha già creato più problemi che vantaggi all’interno della scuola a causa di un’impreparazione di base da parte della categoria dei dirigenti. Come associazione sindacale, avevamo chiesto ripetutamente alle forze politiche che venisse invece arginata. Si promuove inoltre una concorrenza tra istituzioni scolastiche in base a cui sarà decisa la ripartizione delle risorse pubbliche, in proporzione dunque ai risultati formativi rilevati da un organismo terzo. Ovviamente viene preso in considerazione anche il merito degli studenti, ma si parla di cancellazione del sistema dei debiti formativi e reintroduzione degli esami di riparazione. La valorizzazione del merito dei docenti avverrà attraverso: l'eliminazione di ogni automatismo nelle progressioni retributive e di carriera degli insegnanti; la progressiva liberalizzazione della professione, da attuare attraverso la chiamata nominativa da parte delle autonomie scolastiche su liste di idonei; un periodo di prova di due anni scolastici propedeutico all'assunzione a tempo indeterminato, garantendo comunque la mobilità dei docenti. Sono argomenti molto delicati. La soppressione degli automatismi di carriera, a fronte di un avanzamento per “meriti”, ci lascia perplessi: quali saranno i meriti? Compiacere i Dirigenti che avranno anche la possibilità di assumere e licenziare? Tutti noi abbiamo conosciuto dei colleghi, per così dire “poco operosi”, per i quali ci è venuto spontaneo invocare un sistema di merito, ma quale merito appunto? “Conseguimento di risultati individuali o collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti (…) tenuto conto delle capacità possedute” recita la definizione di MERITO, ma cosa possa significare nel contesto scolastico non ci è ancora dato sapere e desta molti dubbi la possibilità che un insegnante possa essere valutato sui risultati rapportati alle capacità. Per quanto riguarda l’assunzione diretta nelle pubbliche amministrazioni sappiamo essere vietata dalla stessa Costituzione. Il motivo del legislatore era impedire che alcune professioni, per loro stessa natura delicate ed importanti, potessero essere condizionate a meccanismi di tipo clientelare che ne compromettessero la possibilità di pluralismo ideologico e la libertà di pensiero oltre che un’oggettività nella selezione; motivi per i quali le assunzioni sono sempre avvenute attraverso pubblico concorso, a salvaguardia di ogni forma di favoritismo. Il nuovo Ministro sembra dunque non voler considerare principi democratici che finora hanno tutelato una forma di equità e giustizia nelle Amministrazioni dello Stato. Si tratta, per il momento, solo di un disegno di legge ma per noi cittadini e docenti della Repubblica è comunque il biglietto da visita del nuovo Ministro e, in ogni caso, le proposte contenute sono le stesse presentate nel programma con cui il Pdl si è presentato alle ultime elezioni. Michela Gallina LA SCUOLA DEL PDL Il programma dello schieramento che ha vinto le elezioni politiche 2008 punta a rinnovare o, per così dire, “sconvolgere” completamente alcuni assetti organizzativi della scuola. Elenchiamo di seguito i punti principali del programma per dare un’idea della portata dei cambiamenti ipotizzati.
M.G.
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