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Insegnare:
sempre più rischioso In una sola settimana ci sono stati segnalati ben tre episodi che indicano come l’insegnamento stia diventando un mestiere a rischio nel senso più reale della parola. In
una scuola della provincia di Gorizia sono intervenuti i carabinieri ad
acquisire elementi di indagine perché una maestra ha alzato la voce con un
alunno.La mammina dell’angioletto traumatizzato si è rivolta alla
giustizia perché l’infame docente fosse punita. In
provincia di Treviso un professore è stato derubato dell’auto ed ha
subito un avvertimento di stampo mafioso. Sempre
nella Marca trevigiana, i genitori di un alunno handicappato, con l’aiuto
di due giornali locali, hanno montato una campagna di calunnie contro gli
insegnanti accusandoli falsamente di far lezione al loro figlio dentro uno
sgabuzzino, si trattava in realtà di un normale e luminoso laboratorio, ma
questo la stampa non lo ha né verificato né scritto. Purtroppo
non si tratta di episodi eccezionali ma
ormai di vita quotidiana nelle nostre scuole. Capita
anche che i dirigenti scolastici, che dovrebbero intervenire a tutela della
dignità degli insegnanti e della stessa scuola, o tacciano trincerandosi
nell’ignavia, o addirittura intervengano contro i docenti colpevoli di
aver creato loro dei fastidi. Il
SAM-GILDA, quando avvengono questi episodi, si schiera a fianco dei colleghi
e – quando ci sono gli estremi – li tutela in via giudiziaria, anche se
non sempre gli stessi insegnanti sono disposti a far valere la difesa della
propria dignità. Ricordino
i colleghi: in qualche caso rinunciare a colpire con una denuncia chi
calunnia, significa accettare l’accusa ed esporsi ad un pericolo maggiore.
Reagire, sollevare la testa e giungere a condanne esemplari dei soggetti
infamanti può scoraggiare l’utenza frustrata da problemi personali ad
utilizzare la scuola e i docenti come capri espiatori delle proprie
insoddisfazioni e porre le basi
per una maggior salvaguardia della professione ed essere un utile
investimento per il futuro.
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