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GENNAIO 2005MALGOVERNO Che
la scuola italiana sia precipitata nel caos con l’avvento della riforma
Moratti, lo abbiamo ripetutamente denunciato e sicuramente ancora torneremo
sull’argomento poiché le problematiche relative al tutor, al portfolio, ai
programmi ed alla scheda di valutazione rimangono irrisolti (piccolezze! la
riforma va). E’
necessario, però, denunciare anche lo stato di malgoverno nel quale le
scuole, attualmente, si trovano. I
dirigenti, non tutti e non tutti consapevolmente, sono vittime di un delirio
di onnipotenza, affiancato, purtroppo, da una scarsa conoscenza della
normativa vigente e dalla necessità di far quadrare di bilancio. Tanti
piccoli feudi stanno sorgendo nella nostra penisola con tanto di vassalli,
valvassori e valvassini e soprattutto con la restaurazione di un sistema che
gratifica notevolmente chi ha il potere, soggioga chi non lo ha e punisce chi
mette in discussione le modalità del suo utilizzo: la servitù della gleba. Sentiremo
parlare di ius primae noctis? Forse, quando e se i dirigenti assumeranno per
chiamata diretta. Al
momento si registrano numerosi ed inquietanti episodi che testimoniano casi di
improponibili minacce e subdoli ricatti; il terreno della discrezionalità che
i dirigenti si avocano nell’applicare la normativa purtroppo risulta fertile
per il fiorire di simili soprusi. L’autonomia
di cui ogni feudo gode, favorisce il pullulare di realtà diverse e scatena la
rincorsa a soluzioni di ripiego che ne permettano la sopravvivenza. Difficile
diventa la sopravvivenza per i docenti: categoria vessata, frustrata e
sfruttata, oramai, al limite delle possibilità. Dalle
comunicazioni che giungono alle nostre segreterie provinciali si evince che: -
ci sono dirigenti che non nominano supplenti costringendo gli
insegnanti AD ARRANGIARSI nelle sostituzioni -
ci sono dirigenti che hanno iscritto alla scuola dell’infanzia
bambini di due anni e mezzo nonostante la
normativa parli espressamente della necessità di NUOVE FIGURE
PROFESSIONALI -
ci sono dirigenti ancora convinti che agli insegnanti di scuola
dell’infanzia competano MANSIONI ASSISTENZIALI -
ci sono dirigenti che, in caso di sciopero, emanano circolari con
ordini di servizio NON CONTEMPLATI DALLA NORMATIVA VIGENTE -
ci sono dirigenti che non rispettano le procedure per L’ASSEGNAZIONE
ALLE CLASSI -
ci sono dirigenti che non rendono pubblici I COMPENSI EROGATI CON IL
FONDO D’ISTITUTO -
ci sono dirigenti che non ATTRIBUISCONO un giorno di permesso in base
all’art. 15 comma 2 del CCNL -
ci sono dirigenti che pretendono la firma per attestare la presenza a
scuola -
ci sono dirigenti che nominano un indefinito numero di COLLABORATORI
(il contratto prevede che se ne paghino 2) -
ci sono dirigenti che esigono la permanenza a scuola dei docenti dopo
l’orario di servizio per BADARE ai bambini rimasti nell’edificio Un malgoverno esteso
e diffuso, un groviglio di abitudini forzate che si perde nei meandri delle
delibere dei collegi, nelle trattative a livello di istituzione scolastica,
nel consenso comunque dato dai docenti o da una parte di essi. Va
sottolineato che i docenti svolgono un lavoro estremamente importante,
delicato e faticoso, un lavoro
che impegna notevolmente e che necessita, per la sua ottimale esplicazione,
anche di un ambiente sereno, di un clima scevro da contrasti ed
incomprensioni. I
docenti dovrebbero fare i docenti senza il bisogno di arrabattarsi
quotidianamente tra cavilli burocratici e con il continuo sospetto di essere
vittime di richieste che esulano dai loro compiti. I
docenti VORREBBERO fare i docenti La
normativa che regolamenta la vita scolastica rivela continuamente la sua
ambiguità, la possibilità di essere diversamente interpretata, la mancanza
di chiarezza nei termini ed una vastità di contenuti che ne rende difficile
la consultazione per i non addetti ai lavori. I
confini degli obblighi, dei doveri e dei diritti si stanno stemperando
pericolosamente e sembra che per gli insegnanti non esista alcun limite
spazio-temporale al fardello della responsabilità. La
mancanza di chiarezza induce a continui equivoci interpretativi, ottimi per un
sistema fondato sull’incertezza e la sopraffazione. Chiara
Moimas
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