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MAGGIO 2006
LETTERA al nuovo Ministro
dell'istruzione
Il nuovo Ministro dell’Istruzione sa
che, al momento del suo insediamento, avrà a che fare con una scuola reduce
dalle trasformazioni inferte dalla riforma Moratti, una riforma che la
scuola non ha voluto e sulla quale non ha avuto possibilità di discussione;
sa anche che il Ministro Moratti, allorché si insediò a Viale Trastevere
azzerò tempestivamente la legislazione relativa alla riforma Berlinguer.
Il sindacato che mi rappresenta ha chiesto, non appena promulgata la Legge
53/03, mediante lettera inviata ai Presidenti Regionali e attraverso
cartoline inviate agli stessi dai docenti, l’abrogazione della riforma e
rimane convinto che questa sarebbe la strada da intraprendere.
In attesa delle decisioni che il nuovo Ministro intenderà assumere,
auspichiamo la concretizzazione delle promesse fatte in campagna elettorale
e ci sembra doveroso evidenziare alcune problematiche che richiedono urgenti
risoluzioni.
E’ assolutamente necessario intervenire sul problema del precariato
procedendo all’assunzione di quei docenti che da anni lavorano nella scuola
e contribuiscono, al pari dei docenti a tempo indeterminato, alla
realizzazione del progetto educativo, ma sono fortemente penalizzati dal
punto di vista normativo ed economico; basti pensare che spesso non ricevono
lo stipendio durante i mesi di sospensione delle lezioni e che non possono
ammalarsi per più di un mese!
Il portfolio delle competenze è stato causa di incomprensioni, scontri e
contenziosi in quasi tutti gli istituti e la sua “imposizione” prevarica gli
accordi contrattuali sia perché non è stata definita la figura del tutor,
sia perché l’attuale CCNL non prevede tra gli obblighi dei docenti la
stesura di un simile documento.
Chiediamo l’immediata abolizione del portfolio anche alla luce delle
complicazioni riguardanti la privacy e soprattutto come documento che vede i
docenti ridotti al ruolo di trascrittori delle impressioni di familiari ed
alunni (un ruolo inaccettabile).
Mai è iniziata la discussione sulle nuove figure professionali che avrebbero
dovuto “tenere a bada” i bambini di due anni e mezzo catapultati in una
realtà responsabile dell’annientamento di ogni felice processo di sviluppo
psicosomatico, né sulle nuove modalità organizzative finalizzate a prevedere
un minor numero di bambini per sezione; speriamo veramente che l’attenzione
dichiarata per il mondo dell’infanzia si concretizzi immediatamente con
l’azzeramento di ogni forma di anticipo alla scuola dell’infanzia.
Un gradito segnale di interesse ai piccoli individui, futuri cittadini della
nostra società, nonché manifesta sensibilità per il mondo dell’infanzia
sarebbe un pronto intervento sul numero massimo di bambini per sezione;
chiunque sia il nuovo Ministro ci pensi prima di rimettere in un’aula 28
bambini dai tre ai sei anni.
Queste alcune delle urgenze, con l’augurio di buon lavoro.
Chiara Moimas
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