|
||||||
Comunica con noi
|
FEBBRAIO 2007 Quali indicazioni in merito alle Indicazioni? Già in occasione del Convegno del 5 ottobre, momento in cui il Ministro aveva fatto la sua comparsa nella nostra associazione, era serpeggiata una certa inquietudine fra gli insegnanti presenti che non avevano sentito fare alcun accenno sul destino delle tanto famose quanto discusse “Indicazioni nazionali” di morattiana memoria. Per ogni docente responsabile infatti, le indicazioni programmatiche non sono un dettaglio di secondaria importanza e presentare un documento alternativo, o almeno presentare una serie di propositi guida che avrebbero poi potuto ispirare il testo ufficiale, sarebbe stato proprio un atteso segnale di rottura con le politiche del precedente governo. E’ di questi giorni la notizia che il Ministro si sia messo al lavoro, o meglio, abbia delegato ad un gruppo di esperti, il compito di redigere una nota di indirizzo di revisione delle Indicazioni nazionali. In un recente Convegno tenutosi a Roma, Fioroni ha accennato ad una serie di problemi, di vere e proprie dicotomie di non facile soluzione legate all’adozione dei programmi scolastici: la difficile coniugabilità tra la prescrittività delle indicazioni con l’autonomia scolastica e la libertà di insegnamento del singolo docente, la necessità di armonizzare autonomia e nel contempo salvaguardare il patrimonio culturale che rappresenta l’identità nazionale, il collegare i contenuti, i saperi con le abilità senza perdere né l’uno né l’altro, il mettere in relazione il bagaglio dei contenuti storici con l’innovazione, il vecchio con il nuovo. E’ prematuro esprimere un giudizio su quanto esposto dal Ministro, concordiamo sicuramente sul fatto che il tema sia estremamente delicato e non possa essere risolto con superficialità come avvenuto in un recente passato. Attendiamo quindi di vedere come riuscirà a districarsi nella realtà insidiosa delle dicotomie evidenziate per dare una risposta alle attese degli insegnanti. Vogliamo sottolineare come un eccesso di prescrittività così come un eccesso di delega all’autonomia possano essere entrambi due atteggiamenti disorientanti, come ci voglia equilibrio fra tecnicismo e contenuti, come la scuola debba essere portatrice di un’identità nazionale pur riuscendo a calarsi nelle diverse realtà presenti all’interno del paese e come il livello dei saperi non possa scendere al di sotto di una certa soglia solo perché una finanziaria impone promozioni garantite indipendentemente dal livello di apprendimento raggiunto. Ci auguriamo che il Ministro si faccia aiutare e consigliare da persone competenti in materia e non selezioni i componenti della commissione sulla base di vicinanze politiche o sindacali, la scuola ha già pagato per discutibili scelte di questo tipo e non deve promuovere una cultura che favorisca gli interessi di parte. E se il Ministro, sempre in atteggiamento di rottura con le scelte del passato, interpellasse anche i diretti interessati, gli operatori della cultura, ossia gli insegnanti, forse alcuni errori potrebbero essere evitati. M. G.
|
|
||||