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SCUOLA DELL'INFANZIA |
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DECRETO |
Estratto dalle Indicazioni Nazionali per i piani di studio personalizzati |
Articolo
1 – Finalità della scuola dell’infanzia
L’art.
1 illustra le finalità della Scuola dell’infanzia, ne conferma la non
obbligatorietà e la durata triennale, afferma il principio della sua
generalizzazione rinviandolo però a futuri decreti legislativi e ancor più
futura copertura finanziaria. Articolo
2 - Accesso alla scuola dell’infanzia
Alla
scuola dell’infanzia possono essere iscritti le bambine e i bambini che
compiono i tre anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di
riferimento. Articolo
3 - Attività educative
1.
L’orario annuale delle attività educative per la scuola
dell’infanzia, comprensivo della quota riservata alle Regioni, alle
istituzioni scolastiche autonome e all’insegnamento della religione
cattolica in conformità all’Accordo che apporta modifiche al Concordato
lateranense e relativo Protocollo addizionale, reso esecutivo con la legge
25 marzo 1985, n. 121, ed alle conseguenti intese, si diversifica da un
minimo di 875 ad un massimo di 1700 ore, a seconda dei progetti educativi
delle singole scuole dell’infanzia, tenuto conto delle richieste delle
famiglie. 2.
Al fine del conseguimento degli obiettivi formativi, i docenti curano la
personalizzazione delle attività educative, attraverso la relazione con
la famiglia in continuità con il primario contesto affettivo e di vita
delle bambine e dei bambini. Nell’esercizio dell’autonomia delle
istituzioni scolastiche sono attuate opportune forme di coordinamento
didattico, anche per assicurare il raccordo in continuità con il
complesso dei servizi all’infanzia e con la scuola primaria. 2-bis.
Allo scopo di garantire le attività educative di cui ai commi 1 e 2 è
costituito l’organico di istituto. 3. La scuola dell’infanzia cura la documentazione relativa al processo educativo e, in particolare, all’autonomia personale delle bambine e dei bambini, con la collaborazione delle famiglie. Norme finali e transitorie Articolo 12 – Scuola dell’infanzia1.
Nell’anno scolastico 2003-2004 possono essere iscritti alla scuola
dell’infanzia, in forma di sperimentazione, volta anche alla definizione
delle esigenze di nuove professionalità e modalità organizzative, le
bambine e i bambini che compiono i tre anni di età entro il 28 febbraio
2004, compatibilmente con la disponibilità dei posti, la recettività
delle strutture, la funzionalità dei servizi, e delle risorse finanziarie
dei comuni, secondo gli obblighi conferiti dall’ordinamento e nel
rispetto dei limiti posti alla finanza comunale dal patto di stabilità.
Dovrà essere favorita omogeneità di distribuzione, sul territorio
nazionale, dei livelli di servizio, senza penalizzare o limitare le
opportunità esistenti. Alle stesse condizioni e modalità, per gli anni
scolastici successivi può essere consentita un’ulteriore, graduale
anticipazione, fino al limite temporale di cui all’articolo 2. Il
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca provvede,
con proprio decreto, sentita l’Associazione Nazionale dei Comuni
d’Italia (ANCI), salvo quanto previsto all’articolo 7, comma 4 della
legge 28 marzo 2003, n. 53, a modulare le anticipazioni, garantendo
comunque il rispetto del limite di spesa di cui all’articolo 15. 2.
Al fine di armonizzare il passaggio al nuovo ordinamento, fino
all’emanazione delle norme regolamentari di cui all’articolo 8 del
decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, si adotta in
via transitoria l’assetto pedagogico, didattico ed organizzativo
individuato nell’allegato A.
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Unità
di Apprendimento e Piani Personalizzati delle Attività Educative. L’insieme
di uno o più obiettivi formativi, della progettazione delle attività,
dei metodi e delle soluzioni organizzative necessarie
per trasformarli in competenze dei bambini, nonché delle modalità di
verifica delle conoscenze, abilità e competenze acquisite, va a
costituire le Unità di Apprendimento, individuali o di gruppo. L’insieme
delle Unità di Apprendimento effettivamente realizzate, con le eventuali
differenziazioni che si fossero rese nel tempo necessarie per singoli
alunni, costituisce il Piano Personalizzato delle Attività Educative, che
resta a disposizione delle famiglie e da cui si ricava anche
documentazione utile per la compilazione del Portfolio delle competenze
individuali. Il
Pof. L’ispirazione
culturale-pedagogica, i collegamenti con gli enti territoriali e l’unità
anche didattico-organizzativa dei Piani Personalizzati delle Attività
Educative elaborati dai gruppi docenti si evincono dal Piano
dell’Offerta Formativa di istituto Il
Portfolio delle competenze individuali. Nella
Scuola dell’Infanzia, l’osservazione occasionale e sistematica dei
bambini e la documentazione della loro attività consentono di cogliere e
valutare le loro esigenze, di riequilibrare via via le proposte educative
in base alla qualità e alla quantità delle loro risposte e di
condividerle con le loro famiglie. L’osservazione
è finalizzata alla comprensione e all’interpretazione dei
comportamenti, li contestualizza e li analizza nei loro significati. I
livelli raggiunti da ciascuno, al di là di ogni notazione classificatoria,
sono descritti più che misurati e compresi più che giudicati. Compito
della Scuola dell’Infanzia è, infatti, identificare processi aperti da
promuovere, sostenere e rafforzare, per consentire ad ogni allievo di dare
il meglio delle proprie capacità, nelle diverse situazioni. In
tale ottica, la Scuola dell’Infanzia accompagna ciascun bambino con un
apposito Portfolio (o cartella) delle competenze a mano a mano sviluppate,
che comprende: 1.
una descrizione essenziale dei percorsi seguiti e dei progressi educativi
raggiunti; 2.
una documentazione regolare, ancorché significativa, di elaborati che
offra indicazioni di orientamento fondate sulle risorse, i modi e i tempi
dell’apprendimento, gli interessi, le attitudini e le aspirazioni
personali dei bambini. Il
Portfolio delle competenze individuali è compilato ed aggiornato dai
docenti di sezione; questi svolgono anche la funzione di tutor e, in
questa veste, seguono ed indirizzano la maturazione personale degli
allievi per l’intera durata della Scuola dell’Infanzia. Poiché
il Portfolio non è un contenitore di materiali disordinati e non
organizzati, è dovere di ogni istituzione scolastica individuare i
criteri di scelta e di ordinamento all’interno di un percorso
professionale che valorizzi le pratiche dell’autonomia di ricerca e di
sviluppo e il principio della cooperazione educativa della famiglia. La
riflessione critica sul Portfolio e sulla sua compilazione, infatti,
costituisce un’occasione per migliorare e comparare le pratiche di
insegnamento, per stimolare i bambini all’autovalutazione e alla
conoscenza di sé e, infine, per corresponsabilizzare in maniera sempre più
rilevante i genitori nei processi educativi. Una particolare attenzione
dovrà essere riservata dai docenti al passaggio dei bambini che sono
stati loro affidati, sia dal nido o dall’ambiente familiare alla Scuola
dell’Infanzia, sia dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria. Il
principio della continuità educativa esige che questo passaggio sia ben
monitorato e che i docenti, nell’anno precedente e in quello successivo,
collaborino, in termini di scambio di informazioni, di progettazione e
verifica di attività educative e didattiche, con la famiglia, con il
personale che ha seguito i bambini negli asili nido e con i colleghi della
scuola primaria, a partire dal coordinatore-tutor della classe prima. Il
Portfolio assume un particolare valore nell’ultimo anno della Scuola
dell’Infanzia. I genitori, infatti, possono decidere se iscrivere i
figli alla Scuola Primaria prima dei sei anni d’età. È opportuno che
tale scelta sia compiuta dopo una approfondita discussione con il tutor
che ha seguito l’evoluzione del bambino nel contesto scolastico e che può
confrontare la sua maturità con quella di molti coetanei. Il Portfolio
diventa così l’occasione documentaria perché il tutor offra ai
genitori tutti gli elementi per una migliore conoscenza dei ritmi e dei
risultati di maturazione del bambino. È utile, comunque, che la Scuola
dell’Infanzia segua, negli anni successivi, in collaborazione con la
Scuola Primaria, l’evoluzione del percorso scolastico degli allievi
perché possa migliorare il proprio complessivo know how formativo e
orientativo, ed affinare, in base alla riflessione critica
sull’esperienza compiuta, le proprie competenze professionali di
intuizione e giudizio e le proprie pratiche professionali autovalutative. Vincoli organizzativiLe
istituzioni scolastiche predispongono i Piani dell’Offerta Formativa di
istituto e i Piani Personalizzati delle Attività Educative degli allievi,
impiegando: -
l’organico d’istituto, definito secondo le disposizioni di cui
al decreto legislativo di attuazione della legge 53/2003; -
le opportunità dell’autonomia didattica ed organizzativa prevista dal
DPR 275/99; in particolare, le opportunità relative alla costituzione di
Laboratori per lavorare, a seconda delle esigenze di apprendimento
individuali dei bambini, in gruppi, di sezione e/o di intersezione, di
livello, di compito o elettivi; -
un docente coordinatore dell’équipe pedagogica che lavora nel plesso (o
in più plessi a livello territoriale se nel proprio vi sono meno di tre
sezioni) allo scopo di promuovere l’armonia e l’unità della
progettazione didattica e organizzativa delle diverse attività educative,
in costante rapporto con le famiglie, con il territorio e con il
dirigente; -
un orario annuale che, sebbene sempre strutturato in maniera organica e in
sé compiuta sul piano educativo, oscilli, a seconda dell’età dei
bambini, delle esigenze delle famiglie, delle condizioni socio-ambientali
e delle convenzioni con enti ed istituzioni del territorio per lo
svolgimento di determinate attività o servizi, tra moduli di 875 e di
1700 ore annuali, moduli che sono comunque scelti all’atto
dell’iscrizione; -
eventuali convenzioni con gli enti locali per la costituzione, quando è
possibile, di sezioni con bambini d’età inferiore a tre anni, di
raccordo con gli asili nido, per l’intero anno o per parti di esso, a
seconda dei progetti educativi e didattici formulati dalle istituzioni
scolastiche.
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