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Segreteria Nazionale

 

 

 MARZO 2007


SOLIDARIETA’ – ASSISTENZA – SUSSIDIARIETA’

SOLIDARIETA’ – ASSISTENZA – SUSSIDIARIETA’: le tre parole più ripetute all’Assemblea dei Presidenti e Segretari dei Comitati provinciali dell’Ente del 3 e 4 marzo 2007, a Roma. In opposizione, la realtà: per avere un rimborso occorre aspettare un anno e anche più. Come mai?

La legge Finanziaria n. 311 del 30/12/2004 elencava gli Enti, tra cui l’ENAM, a cui era proibito spendere, al netto delle spese di personale, “in misura non superiore all’ammontare delle spese dell’anno 2003, incrementato del 4,5 %”. Per gli anni 2006 e 2007 si doveva applicare “la percentuale di incremento del 2 % alle corrispondenti spese determinate per l’anno precedente con i criteri stabiliti dal presente comma” (è il comma 57 dell’art.1). In sintesi: nel 2005 erano concesse le spese dell’anno 2003 più il 4,5 %; negli anni 2006 e 2007 il 2% in più rispetto agli anni precedenti.

Purtroppo il Consiglio di Amministrazione precedentemente in carica, con la delibera n. 51 del 19 ottobre 2005, ha concesso un aumento dei finanziamenti alle Province (contributi straordinari erogati nel 2006), attuando così uno sforamento delle spese concesse dalla legge n. 311. I bilanci del 2005 e del 2006, pertanto, non sono stati approvati dai due Ministeri vigilanti dell’ENAM, quello dell’Istruzione e quello delle Finanze, e l’ENAM è stato commissariato.

Anche il Decreto Bersani n. 223 del 4/7/2006, convertito nella Legge 223/2006, ci ha messo del suo: per il triennio 2007-2009 – ha stabilito - le spese vanno ridotte del 10 % e tali riduzioni devono essere versate, entro il 30 giugno di ciascun anno, nelle casse dello Stato (furto?! esproprio?!).

Al momento: le spese e le richieste di assistenza aumentano, calano i contributi (molti pensionamenti, poche assunzioni), le cifre spendibili sono ingabbiate dalle leggi e si subisce una specie di tassa statale extra, che “privilegia” la nostra categoria, pur considerata tra le più povere in Italia.

Il neo eletto Consiglio di Amministrazione, presieduto da Ciro Di Francia, ha ereditato dal precedente l’obbligo di sanare la situazione, relativa all’anno 2005 per la Legge 311 ed in parte al 2006 per il Decreto Bersani, (art. 26.- Controlli e sanzioni) con un esborso finito nelle casse dello Stato, di quasi 7 milioni di euro (€ 6.808.379,00), prelevati dall’avanzo di amministrazione, con la preventiva autorizzazione del Ministero al prelievo: la differenza tra quanto si poteva spendere e quanto in effetti è stato erogato: “un importo pari alle eccedenze risultanti dai predetti conti consuntivi”, dice la norma.

Altri 8 milioni e mezzo di euro (8.571.539,90), per sanare le pratiche arretrate giacenti presso i Comitati provinciali, sono stati prelevati dall’avanzo di Amministrazione, che non è però un pozzo senza fondo: il Presidente ha calcolato che, ricorrendo ad esso, si potrà resistere fino a tutto il 2007, ma evidentemente non basta … se si vuole che l’ENAM sopravviva.

Al posto di una “pietosa eutanasia”, nei due giorni di incontro a Roma si sono studiate tante strategie di mantenimento in vita … in “apnea”, forme che certi possono considerare accanimento terapeutico in attesa di tempi migliori:

1. ridurre del 10 % i compensi ai Segretari dei Comitati provinciali (già fatto);

2. ridurre del 20 % i gettoni di presenza ai membri dei Comitati provinciali (già fatto);

3. vendere la casa di Giulianova, un rudere che deturpa la spiaggia e preoccupa il Sindaco del luogo;

4. ridurre l’assistenza sanitaria (triplicata), con provvedimenti tecnici vari;

5. sospendere/eliminare l’assistenza climatica;

6. modificare la scolastica: uno studente ad Ostia costa 25 mila euro l’anno e la struttura ospita 84 studenti (costa meno mandarli a studiare all’estero!);

7. aumentare i contributi degli iscritti: aumentare tout-court/estendere al comparto scuola/imporre un contributo ai pensionati;

8. intraprendere una via legale per: a) togliere l’ENAM (con poca speranza di riuscirci, ha riconosciuto il Presidente) dall’elenco degli Enti Nazionali di Previdenza e Assistenza Sociale di Statistica (ENPASS), pubblicato sulla G.U. n.175 del 29/7/2005, motivo che fa ricadere l’ENAM sotto la leggi Finanziarie; b) ridurre, almeno, i prelievi da inviare alle casse dello Stato (vedi Legge Bersani);

9. presentare a tutti i Parlamentari conosciuti un documento, predisposto e approvato dall’Assemblea, perché – con un’interrogazione parlamentare – facciano conoscere la situazione anomala dell’ENAM, che allo Stato non costa niente, poiché vive soltanto con il prelievo forzato dello 0,80% sullo stipendio base degli insegnanti a tempo indeterminato della scuola primaria e dell’infanzia e sugli emolumenti degli ex Direttori didattici; per contro, all’ENAM viene imposto di sostenere economicamente lo Stato con questi ingiusti prelievi;

10. insistere con le Organizzazioni sindacali (almeno quelle presenti nel Consiglio di Amministrazione: CGIL, CISL, UIL e SNALS) perché si adoperino a far rinsavire i nostri Governanti.

 

Amara considerazione personale conclusiva: si troverà mai la disponibilità alla rinuncia di una così bella liquidità che è a disposizione del Governante di turno?

Penso che all’ENAM, strozzato da uno Stato con leggi astruse ed inique, spetterebbe piuttosto una veloce e dolce morte … perché la sopravvivenza gli è garantita soltanto da un’ulteriore alimentazione ed ossigenazione forzata, con strumenti tecnologici che non vogliono vedere la realtà ed accettare la fine di un organismo ormai invecchiato, che ha fatto il suo tempo e che, soprattutto, non riesce a rispettare i suoi fini istituzionali: SOLIDARIETA’, ASSISTENZA E SUSSIDIARIETA’ sono quelle che noi “offriamo” al povero Stato italiano, non certo ai colleghi più bisognosi 

Giuliana Bagliani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
     

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