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NOVEMBRE 2006 SUPPLENZE La necessità di cambiare le regole Molte scuole denunciano forti disagi dovuti alla difficoltà di reperire supplenti in tempi utili da garantire il servizio. Le segreterie dichiarano di effettuare centinaia di telefonate prima di riuscire a trovare un supplente che accetti la nomina e, qualora succeda, magari si tratta di un giovane collega residente ad un centinaio di chilometri dalla sede in questione che quindi raggiunge con notevole ritardo. Da anni stiamo denunciando questa situazione fonte di disagio per i colleghi che devono smembrare le classi ed improvvisare sostituzioni sospendendo continuità, progetti ed attività programmate; non solo, la mancata nomina compromette anche la sicurezza e la garanzia del diritto allo studio degli alunni. Questo rilevante problema, che trova origine nel regolamento sulle supplenze emanato nel 2000, è stato ora presentato al Ministero come una delle questioni di priorità. Il testo normativo, assolutamente da rivedere, ha cambiato drasticamente le precedenti disposizioni: prima i supplenti dovevano indicare il loro recapito e la provincia in cui intendevano prestare servizio e, se una volta chiamati non accettavano la nomina, finivano in coda alla graduatoria di Istituto. Ora invece ogni supplente è libero di accettare o rifiutare la nomina senza alcuna conseguenza rispetto alla sua posizione in graduatoria, può presentare domanda in 30 scuole diverse collocate anche a distanze notevoli rispetto al proprio domicilio (nella secondaria può rimanere una possibilità ragionevole perché permangono le restrizioni dovute alle classi di concorso, ma nella primaria ed infanzia diventa davvero di difficile gestione). Il “diritto al rifiuto” viene indicato, dal personale di segreteria, come il massimo responsabile delle difficoltà che incontrano le istituzioni scolastiche a nominare in tempi utili, delle ingenti spese di telefonate, nonchè della notevole dispersione di tempi. In realtà sappiamo come nei contratti di tipo privatistico, quali sono diventati ora quelli delle supplenze nelle scuole autonome, non vi possa essere obbligo di accettazione. Pertanto le soluzioni non sembrano essere così facili. Michela Gallina
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