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APRILE 2007 Violato il diritto allo studio Il SAM-Gilda denuncia
Un tempo, la suddivisione degli alunni in altre classi rappresentava una soluzione di emergenza estrema e, per questo motivo, piuttosto rara. Ora invece è diventata consuetudine, di fronte ad un collega che si assenta, va in crisi l’organizzazione di un intero plesso scolastico perché, anziché nominare un supplente, si procede sistematicamente alla divisione della classe, rimasta scoperta, in gruppetti di alunni che vengono poi distribuiti in altre classi ospitanti. Questa situazione danneggia tutti. Le classi che accolgono i gruppetti di alunni diventano affollatissime; negli ultimi anni, le aule già stipate in condizioni “normali” (non è raro infatti trovarvi dentro 26 - 27 alunni), arrivano ad ospitarne anche 32 e oltre, con buona pace di tutte le norme igieniche e di sicurezza. La situazione grava pesantemente anche sugli insegnanti che, sovraccaricati, devono fare degli equilibrismi incredibili per garantire linsegnamento, con i LORO alunni e, al contempo, tenere a bada degli altri bambini, quasi sconosciuti, eterogenei per età e livello e non coinvolgibili nella lezione di classe. Se a tutto questo aggiungiamo le difficoltà legate alla presenza di alunni stranieri e disabili, il quadro si fa ancora più drammatico. Consideriamo inoltre che, a fronte di questa intensificazione di lavoro e stress, gli insegnanti non percepiscono nessun compenso accessorio: è ovvio, si tratta di una situazione non contemplata, né dal contratto, né soprattutto dal buon senso. Gli “ospiti”, dal canto loro, sottoposti ad un continuo carosello di aule, insegnanti e compagni nuovi, non pagano un prezzo minore, vengono infatti privati del diritto allo studio perché in quelle situazioni di eterogeneità di livelli ed età, l’improvvisazione dei docenti può garantire loro, il più delle volte, solo una mera sorveglianza. Gli alunni ospitati dunque si vedono negato non solo il diritto allo studio (diritto sancito dalla Costituzione), ma anche quello alla continuità didattica in quanto la situazione di “pellegrinaggio” non si limita a poche ore, in molti casi si protrae per più e più giorni. Gli insegnanti si trovano, di conseguenza, molto condizionati nell’assentarsi, vanno a scuola anche se ammalati per evitare fastidi ai colleghi e per evitare l’innesco di dinamiche relazionali negative. Il più delle volte rinunciano ad usufruire dei diritti contrattuali cercando di risolvere in prima persona ed a proprie spese quello che sarebbe un problema di competenza dell’amministrazione. Invitiamo gli insegnanti a richiedere un ordine scritto ogni volta si presenti l’esigenza di ricorrere alla soluzione di smembramento delle classi; è bene che sia il dirigente ad assumersi la responsabilità di queste decisioni e delle eventuali loro conseguenze sotto tutti i punti di vista, da quello della responsabilità civile, alla violazione delle norme di sicurezza e del diritto allo studio. Ma qual è il motivo di questo caos? Già nel corso degli anni precedenti avevamo avuto alcune segnalazioni, quest’anno invece la situazione è epidemica. Ebbene, oltre alle note difficoltà create dal regolamento sulle supplenze e che, per fortuna, è ora in fase di revisione, la finanziaria ha tagliato i fondi destinati a pagare le supplenze. Siamo indignati di fronte alla scelta di questo Governo che, facendosi beffa delle proposte presentate durante la campagna elettorale, antepone l’esigenza di risparmiare a scapito del diritto all’istruzione. Di che qualità di scuola stiamo parlando? Nel frattempo la nostra associazione ha denunciato con appelli alle autorità politiche e comunicati stampa il forte disagio vissuto nelle scuole in relazione a questo problema. Michela Gallina |
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