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Il SAM-Gilda sta affrontando e sostenendo una causa per comportamento mobbizzante nei confronti di un collegaCosa si intende per mobbing?Uno sguardo generaleAbbiamo
già affrontato questo tema in un numero di SAM-Notizie dello scorso anno,
ma riteniamo opportuno riproporlo, anche se con informazioni nuove, data
l’attualità del tema e l’attenzione e sensibilità che il nostro
sindacato ritiene di dover dedicare al problema ed ai colleghi che ne sono
vittima. La
parola MOBBING è di origine anglosassone (“to mob” significa
aggredire), ma il termine ha avuto larga diffusione a livello mondiale.Con
esso si intende riferirsi a fenomeni di violenze morali e psicologiche che
possono verificarsi negli ambienti di lavoro, una serie di comportamenti
adottati da colleghi o superiori e rivolti generalmente ad uno o più
dipendenti che si traducono in sistematiche aggressioni premeditate e con
finalità persecutorie miranti all’emarginazione e successivamente
all’allontanamento, dal luogo di lavoro, del soggetto “mobbizzato” o
vittima designata. Quando
tali vessazioni provengono da superiori (mobbing verticale), il fenomeno può
essere ulteriormente aggravato dalla connivenza e complicità dei colleghi
alleati con chi detiene il potere (mobbing orizzontale). Nel caso in cui le
due modalità si intreccino, la spirale di impotenza e disperazione da cui
si sente travolto il soggetto è tale da diventare responsabile di
situazioni di forte disagio, sofferenze mentali, psicosomatiche e sociali,
fino ad evolvere in vere e proprie patologie. Non
vanno confuse con il mobbing, altre situazioni di tensione interpersonale
temporanee che frequentemente si verificano negli ambienti di lavoro, vi è
una soglia di sei mesi considerata critica per il riconoscimento della
situazione di mobbing oltre alla frequenza e ricorrenza con cui si
manifestano gli episodi in questione. Le
condotte riferite al mobbing si sostanziano in varie tipologie: -
ostacoli alla
comunicazione sia quella
attiva che passiva; -
ostacoli ai
contatti sociali: la
vittima viene isolata; -
attacchi alla
reputazione: la vittima
viene fatta oggetto di pettegolezzi e calunnie -
progressiva
inattività coatta
(svuotamento delle mansioni) -
somministrazione di sanzioni ingiustificate -
minacce e molestie
sessuali -
somministrazioni
di incarichi gravosi, pericolosi, insopportabili Dal
punto di vista giuridico
Al
momento esistono solo dei progetti di leggi specifiche per la repressione
del mobbing, di conseguenza è necessario riferirsi a norme più generali
riguardanti la tutela della salute presenti tanto nella Costituzione (art.
32) quanto nei Codici Penale e Civile. Il
mobbing si configura come REATO qualora il dipendente si ammali in
conseguenza ad esso, anche se gli elementi costitutivi del crimine sono
difficili da ricostruire. Per
quel che riguarda gli insegnanti il decreto n. 292 del 21 giugno 1996
attribuisce al datore di lavoro (leggasi Dirigente Scolastico) la
responsabilità dei danni che il dipendente subisce svolgendo le sue
mansioni, per colpa dell'ambiente in cui opera. Le strategie da perseguire per eliminare il mobbing dalla scuola, come da altri contesti di lavoro, necessitano di percorsi ancora lunghi, un aiuto può venire dall’applicazione del decreto legislativo n.216 del 9 luglio 2003 in cui, riferendosi anche alla normativa europea, vengono considerate come discriminazioni, ai sensi del comma 1 (testuale), (…)”anche le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per uno dei motivi di cui all'articolo 1, aventi lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo (…)”. Michela Gallina Perseguitati a scuola: è
questione di mobbing. Essere
dei bravi insegnanti non è certo cosa facile ed è ancor più difficile
esserlo quando il nostro dirigente decide che siamo un pessimo soggetto
e che rappresentiamo un pericolo per la sua “autorità”. Capita così che se un insegnante non accetta che il dirigente gli si rivolga alzando la voce, che adoperi toni intimidatori, che indica riunioni di genitori a sua insaputa, possa ritrovarsi a lavorare in un vortice di sofferenze e in un ambiente che pian piano gli diventa sempre più ostile . L’insegnante,
diventato oggetto di atteggiamenti vessatori e persecutori da parte del
dirigente scolastico, non è più sicuro di quello che vuole né di ciò che
ormai rappresenta. In
questa situazione avere un riferimento è di vitale importanza. Il
SAM-Gilda del Lazio ha raccolto
questo disagio, che non è certo di un singolo docente, e ha fatto un passo
avanti, con la propria presenza, per dare coraggio e forza senza spaventarsi
di chiamare le cose con il loro vero nome, in questo caso MOBBING. Nella
scuola è ancora fatto nuovo ma il nostro sindacato ha avuto la voglia di
affrontare e sostenere una causa per comportamento mobizzante nei confronti di
un collega con la speranza che situazione come quella sopra citata inizino ad
uscire allo scoperto e possano con il tempo ridursi. Questo
vale non solo per i docenti, ma per tutto il contesto scuola, dove più che in
ogni altro luogo di lavoro, la parola serenità dovrebbe essere la chiave di
lettura di tutto il sistema complesso di relazioni soprattutto di quelle
rivolte all’utenza: i ragazzi.
Raffaella
Lanari |
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