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APRILE 2007 CONTRATTO: EPPUR SI MUOVE.... Lo sciopero proclamato dalla nostra federazione (risalente al 7 dicembre scorso), a differenza di quello proposto recentemente dai Confederali, era stato inserito in un momento cruciale, quello degli emendamenti alla finanziaria. Si trattava di una fase in cui sarebbe stato ancora possibile intervenire e far sentire la voce degli insegnanti prima che il verdetto inesorabile del decreto ponesse limiti quantitativi e temporali per un riconoscimento economico dignitoso e possibilmente rapido. Lo sciopero del pubblico impiego, per il rinnovo del contratto di lavoro proclamato e poi revocato in extremis dai Confederali per il 16 aprile, a giochi già fatti, rivela ancora una volta, come le altre O.O.S.S. avrebbero preferito annacquare la protesta nel calderone indistinto del pubblico impiego non tenendo nel dovuto conto la peculiarità del nostro settore. D’altra parte questo atteggiamento non desta meraviglia se consideriamo che, nel presentare la propria piattaforma con fortissimo ritardo, gli stessi hanno tenuto a precisare innanzitutto la contrarietà all’istituzione dell’area separata per i docenti. Già nel numero precedete di SAM-Notizie avevamo anticipato la necessità di individuare forme di lotta alternative visibili e meno costose rispetto allo sciopero; infatti, l’Assemblea della Gilda degli Insegnanti, riunitasi a Fiuggi, ha deciso le seguenti strategie: assemblee in tutte le scuole d’Italia nei primi giorni di aprile, sit-in presso gli Uffici scolastici regionali, manifestazione nazionale a maggio e sciopero degli scrutini a giugno. Tra le forme di lotta stabilite dagli oltre 200 delegati ci sono anche l’invio di telegrammi a Prodi da parte delle Rsu, a cui si aggiungono le centomila cartoline firmate dagli iscritti alla Gilda e che saranno recapitate al presidente del Consiglio. (Si veda in proposito l’articolo di pag. 2). Ora, dopo le numerose ripetute sollecitazioni, il Governo è finalmente uscito dall’intollerabile inerzia ed ha mosso il primo passo per un’apertura delle trattative attraverso l’accordo preliminare. Quello raggiunto il 6 aprile scorso a Palazzo Chigi (alla presenza del Presidente del Consiglio Romano Prodi, del Sottosegretario Enrico Letta, dei ministri Padoa Schioppa, Damiano, Mussi e Fioroni) è stato definito dalla nostra delegazione come un accordo a soddisfazione contenuta. Gli aumenti retributivi promessi infatti sono inferiori alle attese e molto lontani dal risultare motivanti e valorizzanti per la professione. Si tratta mediamente di 15 Euro in più sulla busta paga pro-capite, una cifra davvero irrisoria. Ad ogni buon conto, è stata confermata la presenza di risorse “nuove” per dare copertura al contratto economico biennale 2006 e 2007, ottenuta attraverso tagli strutturali (da tener presente che i risparmi sono in realtà quelli dell’anno scolastico 2004 - 2005, somme che dovevano già esserci erogate e che appartengono alla coda del contratto precedente: soldi vecchi non ancora intascati ci sono stati presentati come nuove elargizioni, i soliti vecchi giochi di palazzo). Contestualmente all’incontro, Fioroni ha chiarito i termini dell’accordo raggiunto con il Ministro dell’Economia sull’assunzione di 50.000 docenti precari e 10.000 ATA a partire da settembre. C’è da rilevare che, nonostante la notizia ci procuri sollievo, poche settimane prima lo stesso Fioroni aveva promesso 70.000 assunzioni e se, nonostante la riduzione di 20.000 unità, il numero appare consistente, lo è anche quello dei pensionamenti previsti, per cui si tratterà, di fatto, di un bilanciamento del turn over. Rimane ovviamente alto il livello di attenzione sui passi successivi del Governo per arrivare in tempi rapidi ai tavoli contrattuali e dare concretezza ai contenuti degli accordi. Ora che almeno una parte delle sollecitazioni è servita per ottenere l’avvio delle procedure preliminari, le forme di protesta continueranno affinché sia data la precedenza al contratto della scuola. Michela Gallina
Michela Gallina
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