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Formazione
dei docenti Approvato
il decreto delegato Il
Consiglio dei Ministri ha approvato la bozza di Decreto legislativo in
attuazione dell'art. 5 della "Riforma Moratti". Dal
nuovo testo è sparita, rispetto alla versione di luglio, l'assunzione
diretta dei docenti da parte delle scuole, ma restano ancora notevoli dubbi
sulla bontà di questo nuovo percorso di reclutamento dei docenti. L’articolo
1 della bozza sembra addirittura voler ridisegnare il profilo professionale
degli insegnanti, ne riportiamo uno stralcio: “
La formazione iniziale e permanente dei docenti della scuola dell'infanzia,
del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e
formazione, è finalizzata a valorizzare l'attitudine all'insegnamento e la
professionalità docente, che si esplica nella competenza disciplinare e
didattica, nella capacità di relazionarsi con tutte le componenti
dell'istituzione scolastica e nel rispetto dei principi deontologici”. Ma
in quante parti deve essere scritto che cosa sia un docente? Nel contratto?
Nella legge? E
i principi deontologici da rispettare quali sono? Viene poi sancito come la formazione iniziale dei docenti sia affidata alle Università e che l’accesso ai corsi specifici sarà a numero chiuso, in base ad una predeterminazione annuale effettuata a livello regionale e ad un processo di selezione per l’ammissione al corso di laurea definito “laurea magistrale”. Al termine del corso viene previsto un esame di stato abilitante, in base al punteggio conseguito i candidati vengono inseriti in una graduatoria regionale. Coloro che si trovano in posizione utile, vengono destinati presso una scuola per l’anno di prova definito “anno di applicazione”, con un contratto di formazione-lavoro, al temine del quale, previa valutazione positiva della scuola, viene stipulato il contratto di assunzione a tempo indeterminato. Per ora ci fermiamo qui, anche perché buona parte delle procedure sono notevolmente generiche e demandate ad una lunga sequenza di provvedimenti che saranno successivamente emanati, in pratica delle deleghe nella delega! La questione più clamorosa, emersa proprio durante il recente convegno che abbiamo promosso lo scorso 4 marzo a Roma, è l’incredibile leggerezza giuridica con cui si affronta una questione delicata come quella del reclutamento degli insegnanti. Nella legge delega, la n. 53/2003, all’art. 5, non vi è traccia della parola “reclutamento” che ora spunta in un decreto legislativo. Un esempio lampante di “eccesso di delega”, l’ennesima approssimazione di questa riforma che rischia, in un gran pasticcio, di approdare alla confusione totale. Rino Di Meglio
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