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MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA Aspettative,
esigenze e pretese da parte dell’utenza, dei superiori, dei
collaboratori e dei vari responsabili di enti locali o associazioni che
credono di avere ampio potere decisionale in materia di funzionamento
scolastico, si riversano sistematicamente sulle spalle dei docenti. Questo
avviene principalmente nella scuola dell’infanzia che, grazie alle novità
della riforma, sembra precipitare nuovamente nell’apartheid
dell’assistenzialismo. Spesso gli insegnanti di scuola dell’infanzia sono visti come entità tuttofare, capaci di incantare 28 bambini in una stanza e contemporaneamente rispondere al telefono, aprire la porta, cambiare quello che si è fatto la pipì addosso, soffiare il naso alla bimbetta raffreddata, pensare alla sostituzione pomeridiana della collega ammalata, compilare questionari sulla sicurezza e poi raccontare storie accattivanti, sollecitare i piccoli a produzioni grafiche sempre più sofisticate, correggere il linguaggio, abituare al dialogo, impostare in classe un’atmosfera di collaborazione ed ancora aprire vasetti di yogurt, imboccare i pigroni, spalmare dentifricio sugli spazzolini, passare il rotolo di carta igienica e….. e poi, naturalmente farsi trovare sorridenti e disponibili all’assalto di mamme papà e nonni che devono ricevere un’impressione positiva dell’ambiente scolastico e soprattutto, devono sapere (sembra sia quotidianamente di vitale importanza) quanti cucchiai di minestra i loro bambini hanno mangiato! Esseri
soprannaturali o professionisti sottoposti ad uno stress che non può essere
a lungo tollerato senza lasciare indelebili conseguenze? La
sopravvivenza, in un simile contesto, non può essere disgiunta dalla
conoscenza dei propri doveri, ma, soprattutto da quella dei propri diritti. Una
battaglia condotta dal SAM tanti anni fa ha permesso di chiarire
definitivamente che ai docenti NON COMPETONO ATTIVITA’ DI TIPO
ASSISTENZIALE. Il
nostro contratto di lavoro dice che il personale docente ed educativo degli
istituti e scuole di ogni ordine e grado è collocato nella distinta area
professionale del personale docente (CCNL 24/07/2003 art.23). Il
fatto che altro personale preposto a tali attività si rifiuti di svolgere
specifiche mansioni riguardanti la cura della persona non implica che la
responsabilità ricada sull’insegnante; si deve avvisare il dirigente che
c’è un problema, è compito suo risolverlo. L’art.
47 del già citato contratto dice che il dirigente attribuisce al personale
ata specifici incarichi riguardanti i compiti legati all’ ASSISTENZA ALLA
PERSONA……. e che i relativi compensi sono definiti nella contrattazione
d’istituto. Anche
IN SALA DA PRANZO IL DOCENTE RIVESTE UN RUOLO EDUCATIVO, non è tenuto a
tagliare la carne, versare l’acqua, sparecchiare (!!!). Purtroppo in
troppe scuole, ancora, gli insegnanti ritengono di dover collaborare con il
personale di cucina: per avere un diretto contatto con il cibo è necessario
essere muniti di libretto sanitario, per cui può accadere che la buona
volontà dei docenti diventi per essi la possibilità di incorrere in
sanzioni (il danno e la beffa). NON
E’ OBBLIGO DEI DOCENTI RIMANERE A SCUOLA PER ASPETTARE I GENITORI CHE
ARRIVANO IN RITARDO. Alcuni
dirigenti hanno diramato circolari in questo senso. Il
CCNL nella TABELLA A profili di area del personale ATA-AREA A specifica che
il personale ATA ha compiti di accoglienza e sorveglianza nei confronti
degli alunni nei periodi immediatamente antecedenti e successivi
all’orario delle attività didattiche…. Il
dirigente farebbe bene a “strigliare” i genitori ritardatari ricordando
loro che se il bambino rimane a scuola il personale deve avvisare le forze
dell’ordine perché un minore è stato abbandonato. Il
nostro contratto prevede 25 ore di insegnamento, 40 di attività funzionali
collegiali e fino a 40 da destinare alle interclassi. Altre attività di
insegnamento o funzionali allo stesso sono volontarie, vanno programmate e
(si presuppone) pagate o a seconda delle tabelle o in modo forfetario. Non
c’è la possibilità di trovare, tra queste attività, una che possa
adattarsi alla sorveglianza estemporanea di un bambino rimasto a scuola; per
nostra fortuna, al momento, il contratto non prevede per i docenti il
“bebysitteraggio selvaggio”. I
casi sono due: -o
si tratta di permanenza obbligatoria estranea alle regole contrattuali e
gratuita (???) -o
non è prevista e quindi non può essere prestata ( sempre ricordando che il
personale ata è preposto allo scopo) Esiste
la possibilità di programmare attività di pre e/o post accoglienza: queste
per l’appunto vanno programmate, si decide chi le svolge su base
volontaria e quanto tale personale debba essere retribuito. Tale
attività non deve essere necessariamente svolta da un docente, il dirigente
può anche prendere accordi con il comune o altre agenzie. Per
quanto riguarda LE ISCRIZIONI alla scuola dell’infanzia, la circ.
n.90 del 30/12/2004 dà facoltà ai genitori di iscrivere alla scuola
dell’infanzia i bambini che compiranno 3 anni entro il 28 febbraio 2006. Per
la frequenza è necessario che:
E
SOPRATTUTTO CI SIANO NUOVE MODALITA’ ORGANIZZATIVE E NUOVE FIGURE
PROFESSIONALI, così come previsto nella circ. n.29 del 5 marzo 2004 e nella
circ. n.37 del 24 marzo 2004 e nella nota del 3 novembre 2004. LA
TRATTATIVA SINDACALE SULLE NUOVE FIGURE PROFESSIONALI NON E’, AL MOMENTO,
CONCLUSA. Stando
così le cose gli anticipi non sono previsti. CALENDARIO
SCOLASTICO. La riforma Moratti prevede, per le scuole dell’infanzia,
un orario di funzionamento che va dalle 875 ore alle 1700 (già altre volte
abbiamo commentato le quasi 49 ore settimanali come un impegno impossibile
per bambini dai 3 ai 6 anni). La
circolare applicativa n. 29 del 5 marzo 2004 esemplifica calcolando su 35
settimane. Rimane
affidato all’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni
scolastiche il compito di definire i quadri-orario settimanali e giornalieri
sulla base di progetti compatibili con le risorse di organico e le
prevalenti richieste delle famiglie (circ.29 del 5/3/04). Non sono previste
raccolte di firme per particolari richieste. Va ricordato che la scelta
delle famiglie per il turno antimeridiano espressa in sede di iscrizione
concorre alla determinazione degli organici (è possibile istituire classi
con una sola insegnante). Nel
caso di ASSEMBLEE SINDACALI è l’organizzazione sindacale che deve
avvisare la direzione dell’istituto con 6 giorni di anticipo. La
comunicazione ai genitori deve essere fatta dal dirigente dopo che i docenti
hanno provveduto a dare le loro adesioni. Non è compito degli insegnanti
preparare bigliettini per le famiglie ( esiste una segreteria per questo
scopo). Nella
scuola dell’infanzia l’insegnante assente deve essere sostituito dal
primo giorno. Non
esiste una diversa normativa sulle SUPPLENZE. Il
dirigente non può arbitrariamente cambiare l’orario di servizio dei
docenti, né obbligarli a prolungarlo. Le
ore eccedenti vengono prestate esclusivamente da chi ha dato disponibilità. E’
necessario pretendere ordini di servizio scritti per le variazioni che
vengono proposte. Gli
insegnanti non possono essere obbligati ad arrangiarsi trovando soluzioni
idonee: il dirigente scolastico è responsabile del funzionamento della
scuola. La
finanziaria parla di economie da realizzare limitando il ricorso a supplenti
temporanee, ma, al momento, la normativa non ha avuto modifiche, né il
nostro contratto di lavoro. Chiara
Moimas
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