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OTTOBRE 2003
Riforma delle pensioni
Il Governo si accinge a varare l’ennesima riforma delle pensioni: tutto fa ritenere che si tratterà di un’ulteriore legge di restrizione rispetto a quelli che molti di noi, con ingenua fiducia nello Stato, avevano considerato i “diritti acquisiti”.
In realtà le riforme succedutesi dal 1992 in poi hanno dimostrato che di acquisito c’è solo la speranza di poter un giorno andare in pensione con un trattamento dignitoso, speranza che – è bene dirlo con chiarezza – diminuisce in modo inversamente proporzionale all’anzianità di servizio.
A proposito di pensioni dobbiamo denunciare un delitto che il Governo sta consumando a danno dei colleghi più giovani, quelli che, in un domani lontano, andranno in quiescenza con il sistema contributivo e che fruiranno di una pensione, già con le leggi in vigore oggi, molto più bassa delle attuali.
Per capirci: se oggi un insegnante con quaranta anni di servizio percepisce circa il 100% dell’ultimo stipendio, un domani – con il nuovo sistema – gli sfortunati “tapini” ne percepiranno, con la stessa anzianità, il 70% se saranno fortunati!
Per bilanciare questa miseria annunciata, la legge prevedeva la possibilità di istituire un fondo integrativo pensione a base volontaria. Parte di questo fondo viene posto a carico del datore di lavoro: lo Stato.
Ebbene, con vergognosa inerzia, il Governo non ha ancora costituito il fondo pensioni della Scuola, vanificando la propria stessa legge.
Creando una condizione di irreparabile danno per tutti gli insegnanti più giovani.
Visto che si discute ora di riforma, il SAM-GILDA chiede con forza al Governo di attivare immediatamente il fondo pensioni integrative della Scuola, ma anche che siano previste, nella futura riforma, delle condizioni che tengano conto della specificità della situazione dei docenti.
Non è pensabile mantenere una scuola italiana di insegnanti cadenti per vecchiaia e talvolta rimbambiti dal lungo contatto con alunni sempre più difficili.
Si guardi all’Europa non solo per peggiorare!
Due esempi: nel Regno Unito di Gran Bretagna gli insegnanti, a 55 anni, con un semplice certificato medico, possono anticipare la pensione.
Altro esempio, la Francia: l’insegnante quando diventa anziano si vede diminuire le ore frontali con gli alunni e nel restante orario viene destinato ad altri compiti.
NOTA
La pensione cosiddetta RETRIBUTIVA, è quella che viene calcolata partendo dall’ultimo stipendio percepito ed è proporzionata al numero di anni di lavoro.
La pensione calcolata col sistema cosiddetto CONTRIBUTIVO è rapportata ai contributi versati nell’intera vita lavorativa.
Rino Di Meglio
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